Venezia, ticket in arrivo per i crocieristi: servirà a pagare il Canale Contorta
VENEZIA. E per le grandi navi e la probabile realizzazione dello scavo del canale Contorta Sant’Angelo come via alternativa al passaggio dei «colossi» della crocieristica dal Bacino di San Marco, a richiedere un ticket d’ingresso - o per lo meno un contributo volontario - ai crocieristi potrebbero essere le stesse compagnie di crociera che fanno scalo a Venezia.
Non sarà infatti solo il Governo a pagare i circa 115 milioni di euro necessari per l’attivazione della nuova via d’acqua per il passaggio delle grandi navi dirette alla Marittima - metà dei quali necessari per lo scavo vero e proprio e l’altra metà per gli interventi di riequilibrio della morfologia lagunare - ma anche le compagnie di navigazione dovrebbero fare la propria parte, finanziando una parte dell’opera, che serve soprattutto a loro e che non ha altra funzione che favorire il passaggio delle grandi navi da crociera. Questo sarebbe l’accordo di massima già raggiunto al tavolo del Comitatone, quando si è deciso di mandare alla Valutazione d’impatto ambientale il progetto alternativo caro all’Autorità Portuale di Venezia, per il quale il presidente Paolo Costa ha già firmato il decreto di approvazione, che dà il via libera all’invio della documentazione progettuale ai ministri dell’Infrastrutture e dell’Ambiente.
«La palla adesso è tutta nelle mani del Governo - conferma Costa - ma personalmente continuo a pensare, come ho sempre sostenuto, che le compagnie di crociera possano e debbano contribuire alla realizzazione di un’opera che va a loro vantaggio».
Anche il presidente della Venezia Terminal Passeggeri Sandro Trevisanato ritiene probabile questa ipotesi. «Personalmente sono stato sempre fermamente contrario al ticket o contributo sui crocieristi che il sindaco Giorgio Orsoni voleva a tutti i costi istituire - spiega Trevisanato - senza poi riuscirci, perché non ve ne erano neppure i presupposti giuridici. Ma per quanto riguarda lo scavo del canale Contorta-Sant’Angelo la situazione è diversa. In questo caso, infatti, si tratterebbe di istituire una tassa di scopo, limitata nel tempo e non permamente, finalizzata alla realizzazione di una grande opera di indubbia utilità per le compagnie di crociera che non vogliono comunque perdere la possibilità di essere presenti in uno scalo fondamentale nel Mediterraneo come quello di Venezia come meta crocieristica. Ritengo pertanto che - come già avvenuto con l’accordo sul carburante “pulito” in laguna Venice Blue Flag 2, che, pur costoso, è stato sottoscritto da tutte le compagnie - anche in questo caso le compagnie di crociera sarebbero pronte a fare la propria parte».
Intanto, anche il ricorso al Tar contro i limiti al passaggio delle grandi navi imposto dalla Capitaneria di Porto potrebbe presto decadere.
«Se davvero il Ministero dell’Ambiente e quello delle Infrastrutture faranno un decreto ministeriale congiunto - commenta ancora Trevisanato - che recepisca il contenuto dell’ordinanza della Capitaneria di Porto, verrebbe meno il presupposto giuridico per il nostro decreto, che decadrebbe».
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia