Venezia, terremoto in Porto. Se ne va il direttore Vtp. Ecco l’effetto sulle crociere

Galliano Di Marco ha ufficializzato l’addio per “motivi personali e familiari”. Sullo sfondo la divisione delle competenza tra i terminalisti (Tiv e Vecon) e il gestore del servizio (Vtp) e i problemi della società mista pubblico privara
Eugenio Pendolini
L’ingegnere Galliano Di Marco, ha rassegnato ieri le dimissioni dal proprio incarico di direttore generale di Vtp, ricoperto fin dal 2016
L’ingegnere Galliano Di Marco, ha rassegnato ieri le dimissioni dal proprio incarico di direttore generale di Vtp, ricoperto fin dal 2016

VENEZIA. Terremoto in casa Venice Terminal Passeggeri. Con la stagione delle grandi navi spostate dalla Marittima a Porto Marghera ai blocchi di partenza, è di ieri l’ufficialità delle dimissioni del direttore generale Galliano Di Marco, ruolo che ricopriva dal 2016.

Una decisione che arriva nel bel mezzo delle trattative sulla divisione delle competenze tra terminalisti (Tiv e Vecon, i cui lavori sulle banchine dovranno essere conclusi entro aprile) e gestore del servizio (Vtp). Mancano infatti ad oggi documenti che mettano nero su bianco la divisione del lavoro e le eventuali responsabilità.

Punti interrogativi anche per quanto riguarda chi dovrà sobbarcarsi gli extracosti (stimati intorno agli 80 mila euro per nave) per trasportare i passeggeri dalla Marittima (dove si svolgeranno le operazioni di check-in) a Marghera.

Oltre che le autorizzazioni necessarie per le banchine tutt’oggi impiegate per ricevere container e dove invece transiteranno migliaia e migliaia di passeggeri.

A dare l’ufficialità delle dimissioni di Di Marco è stata ieri in serata la stessa Vtp, tramite una scarna nota: «Venezia Terminal Passeggeri annuncia di aver ricevuto le dimissioni da parte del Direttore Generale Galliano Di Marco per motivi familiari e personali. Le dimissioni diventeranno effettive a partire dal 20 giugno 2022, fino a quella data l’ingegnere Di Marco assicurerà continuità alle attività in corso e piena collaborazione al presidente e al consiglio di amministrazione anche in vista di un passaggio di consegne verso il suo successore. Il Presidente di Vtp Fabrizio Spagna, nell’accogliere tale decisione, ringrazia l’ingegner Galliano Di Marco per l’impegno, la competenza e la passione con i quali ha svolto in questi anni il suo mandato».

Sullo sfondo, però, le cause delle dimissioni sarebbero altre. E avrebbero a che fare con un clima di «delusione» per una società che - per la pandemia e per il decreto legge che ha vietato il passaggio delle navi nel canale della Giudecca - nell’arco di due anni ha visto la propria attività e il proprio giro d’affari ridursi di un quinto.

E cioè passare dai due milioni di passeggeri fino al 2019 (con oltre 500 toccate da parte di navi da crociera a Venezia) a stime di circa 100 mila passeggeri previsti per il 2022. In attesa di un iter che si preannuncia lungo diversi anni prima di vedere il porto offshore, la soluzione temporanea di Marghera ha giocoforza ridotto l’offerta di accosti per navi da crociera: se fino al 2021, tra Marittima, San Basilio e Santa Marta si riusciva a ricevere fino a nove navi, ora la capacità si è ridotta a tre-quattro (contando Tiv, Vecon e Fusina).

Senza contare i maggiori costi legati alla logistica. Ecco allora che nel futuro di Vtp (società pubblico-privata partecipata da Veneto Sviluppo, da Save e da compagnie del calibro di Carnival, Msc e Royal Caribbean) si affaccia lo spettro di un deprezzamento e di una sua liquidazione.

Le difficoltà, oltretutto, riguardano anche le incertezze sulla disponibilità degli ormeggi provvisori di Tiv e Vecon, emerse dopo il decreto legge dell’agosto 2021, che a cascata si traducono nei ritardi per la stesura di un calendario certo di approdi e nel dare risposte alle compagnie di crociera (alcune già puntano verso Trieste e Monfalcone) alle prese con programmazioni e prenotazioni. —

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