Venezia, tenta la fuga dal carcere durante l’ora d’aria
VENEZIA. Tenta la fuga durante l’ora d’aria ma viene bloccato in extremis dalla polizia penitenziaria. È accaduto ieri mattina, presso la Casa Circondariale di Santa Maria Maggiore dove un detenuto di origini tunisine ha tentato di evadere nel corso della fruizione dell’ora d’aria.
Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, il detenuto era intento a passeggiare nel cortile dei passeggi nel tempo destinato all’aria aperta, quando ha scavalcato il muro di cinta tentando la fuga.
Gli agenti della Polizia Penitenziaria hanno subito dato l’ allarme e l’uomo è stato bloccato nei pressi dell’intercinta dell’istituto, a pochi passi dalla libertà. In un comunicato il segretario generale di UILPA Polizia Penitenziaria di Venezia, Umberto Carrano, stigmatizza come l’episodio sia «la conferma dei rischi e dei pericoli che corre ogni giorno il personale dei baschi azzurri che attende al servizio».
«Purtroppo» si legge ancora nella nota «l’esiguità degli organici determina, troppo spesso, un aggravio per quelli che coprono il servizio dovendo ricoprire più posti di servizio contemporaneamente soprattutto in questi ultimi giorni con doppi turni di lavoro che raggiungono fino le 12 ore giornaliere. Questi episodi di cronaca sono destinati a moltiplicarsi, perchè i detenuti hanno ben compreso le gravi deficienze operative che oberano il personale, impedendo le giuste contromisure in materia di sicurezza e prevenzione. Speriamo che il ministro abbia coscienza di quale turbativa per l’ordine pubblico rappresentino le falle del sistema penitenziario italiano».
Carceri, dunque, ancora nell’occhio del ciclone. Nei mesi scorsi fuori dalle porte di Santa Maria Maggiore, c’era stato il sit-in silenzioso promosso dagli avvocati della Camera penale veneziana per protestare contro la mancata riforma dell’ordinamento penitenziario (attesa prima delle elezioni del 4 marzo) che non “rieduca” chi deve scontare un periodo dietro alle sbarre. Dentro, la “protesta dei pentolini” messa in atto dai detenuti: una manifestazione rumorosa, con la gran parte dei carcerati che alle 11 precise, in concomitanza con l’inizio della manifestazione degli avvocati, ha iniziato a battere con oggetti di metallo sulle inferriate.
Il risultato era di un rumore udibile anche da lontano, che qualcuno ha scambiato per quello di un cantiere edile dove sono in corso lavori di demolizione. C’era anche chi urlava e in molti avevano le mani fuori dalle inferriate. Non è la prima volta, come confermano anche i residenti che vivono a ridosso della casa circondariale, che i detenuti nelle ultime settimane danno vita a manifestazioni rumorose, di solito per protestare contro le condizioni di reclusione.
A Santa Maria Maggiore la capienza regolamentare è di 163 detenuti, quella tollerabile di 244. Al 30 giugno scorso erano 262. La manifestazione era stata promossa dagli avvocati penalisti veneziani che spiegavano: «Negli anni passati abbiamo più volte fatto sentire la nostra voce contro il sovraffollamento delle carceri per difendere la dignità di chi non ha voce, perché crediamo che uno Stato che ha il diritto e il dovere di giudicare e condannare, ma non può mai togliere la dignità a colui che ha condannato».
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