Venezia, stracciato il manifesto in memoria di Pateh

VENEZIA. Non è sopravvissuto nemmeno un giorno il manifesto in ricordo del richiedente asilo Pateh Sabally, annegato davanti alla stazione domenica scorsa, mentre qualcuno urlava commenti razzisti. Lo scatto, affisso in Campo San Maurizio dai fotografi veneziani del Collettivo Awakening, rappresentava uno dei momenti della manifestazione di solidarietà organizzata da don Nandino Capovilla.
Nell’immagine di tre metri per due, si vedeva il gruppo di connazionali gambiani raccolto in preghiera, dopo aver gettato una corona di fiori nell’acqua. Dopo poche ore dall’affissione, qualcuno non solo lo ha strappato, ma lo ha anche gettato nel vicino cestino.
«È un gesto di pessimo gusto», afferma Luca Zanon di Awakening, «Soprattutto perché riguarda una persona che è morta ed è successivo all’indignazione di tante persone. Purtroppo conferma che se c’è una parte di veneziani molto aperta all’accoglienza, ce n’è anche una molto contraria. Non è la prima volta che succede e accade sempre su questo tema». Il precedente è dell’anno scorso quando, in occasione di un comizio con Giorgia Meloni e Ignazio La Russa, il Collettivo aveva affisso un’immagine in stazione di profughi. Ma se quella volta per caso stava passando un fotografo che ha immortalato la scena del signore di mezza età intento a distruggere l’immagine, questa volta non si sa chi sia.
«Gli atti di distruzione» prosegue Zanon «sono avvenuti proprio quando noi stiamo dando il messaggio di una società aperta e multiculturale. L’obiettivo era rovinarlo, anche perché il manifesto è formato da tre striscioni, tutti e tre ridotti ai minimi termini. Fa tristezza, ma conferma che le nostre azioni scatenano delle reazioni e quindi continueremo ad affiggerli». L’altro manifesto, in Strada Nuova in un punto di grande passaggio, è rimasto attaccato.
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