Venezia, spunta un referendum sulla sublagunare
Già partita la raccolta di firme. "Su progetti di questa portata deve esprimersi tutta la città" è l'opinione di un neonato comitato di veneziani, che si dicono "di diversi orientamenti politici"
VENEZIA. Un referendum sulla sublagunare. La grande opera non convince, e adesso un neonato comitato di veneziani («di diversi orientamenti politici») è deciso a chiedere al Comune l'avvio di una consultazione popolare prima che sia presa qualsiasi decisione. L'hanno fondato in queste ore alcuni esponenti della società civile, già impegnati in politica. Il presidente è l'editore Davide Livieri, ex consigliere di Municipalità dei Verdi, secondo dei non eletti in Comune con Italia dei Valori; c'è anche il gondoliere Marco Zanon (vicepresidente), già aderente alla Lega, autore di numerose battaglie civili in difesa della città; l'ex consigliere del Pdl Franco Nordio, commerciante, nominato tesoriere. Consiglieri del nuovo comitato sono anche Antonella Merz, Bernardo Lancia, Ivo Papadia, Ernesto Peschiuta. Quasi tutta gente che ha lasciato i partiti ma vuole continuare a far politica per la città».
«Siamo in tanti», assicura Zanon, «di opinioni politiche diverse. E vogliamo che la città si esprime su questo progetto che rischia di segnarne la fine». La raccolta delle firme a Castello e al Lido è già partita. Saranno depositate a Ca' Farsetti per chiedere di avviare la procedura della consultazione popolare. E' la prima mossa operativa dopo il grande convegno di fine dicembre organizzato in sala San Leonardo. Lì, per la prima volta, si erano sentite voci diverse annunciare battaglia per fermare il progetto del treno sotto la laguna. Annunci di esposti, ricorsi all'Europa, addirittura un appello a papa Benedetto che sarà in visita a Venezia nel prossimo maggio. «La sublagunare serve a chi vuole valorizzare le aree di Tessera, dell'Arsenale e del Lido», dice la storica Nelly Vanzan Marchini, presidente del movimento Venezia Anfibia, «sapete cosa succederà portando milioni di persone alle fondamente Nuove? Dove andrà tutta questa gente?» Una gestione che si annuncia oltretutto in perdita.
«Con questi soldi», dice la Vanzan, «si potrebbe dotare la città di nuovi mezzi acquei veloci ed ecologici». I costi sono uno dei tanti punti neri del progetto. La previsione di spesa per la prima tratta Tessera-Arsenale è passata in pochi anni da 380 a 650 milioni di euro. Senza contare le modifiche al progetto che dovrenno essere apportate sopo la bocciatura dei vigili del fuoco per le questioni di sicurezza. Ovvio che allungando il tracciato fino al Lido, come qualcuno propone, il costo sarebbe almeno raddoppiato. Spese a carico dello Stato per circa la metà, il resto ai privati. L'obiettivo è quello di collegare in circa 15 minuti (contro i 25-30 di un mezzo acqueo veloce) Tessera alle Fondamente Nuove. «Occasione di rilancio per la città secondo i sostenitori dell'opera. Scempio definitivo secondo Italia Nostra. Il fronte che si oppone a nuovi sventramenti della laguna in nome della «modernità» è piuttosto ampio. Il consigliere provinciale della Lega Giovanni Anci mette in guardia dal fatto che i costi li dovrà alla fine pagare la collettività. «Perché non sono mai state sperimentate soluzioni alternative, come ad esempio i battelli veloci e gli hovercraft?».
C'è anche il fronte ambientalista, buona parte della sinistra e del Pd, molti leghisti e iscritti al Pdl, i veneti di Albert Gardin che hanno già raccolto migliaia di firme. «L'obiettivo è quello di mettere tutti insieme, senza bandierine», spiega Livieri, «chiediamo l'aiuto dei partiti per raccogliere le firme. Ma il nostro movimento è trasversale, non partitico».
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