Siglata la pace tra Fenice e orchestrali: uscite anticipate e stop timbrature

L’accordo mette d’accordo tutti. Il direttore Erri: «Confronto costruttivo sollecitato dal sindaco»

Maria Ducoli
Gli orchestrali del Teatro La Fenice durante un concerto
Gli orchestrali del Teatro La Fenice durante un concerto

La trattativa è arrivata e lo stato di agitazione dei dipendenti del Teatro La Fenice è stato revocato, dopo un tira e molla durato mesi.

«Abbiamo visto un cambiamento a livello dell’atteggiamento nei confronti dei lavoratori» conferma Francesca Poropat, delegata Rsu della Slc Cgil di Venezia che si dice soddisfatta, nonostante le richieste non siano state accolte al 100%.

Dipendenti e direzione si sono venuti incontro e, alla fine, il risultato è stato soddisfacente per entrambe le parti ma, quello che fa maggiormente sperare i sindacati, è proprio il cambio di passo, l’apertura al dialogo.

«Ciò che abbiamo riscontrato con piacere» continua Poropat «è stata una volontà di appianare le difficoltà. Il direttore generale, Andrea Erri, in attesa della nomina del nuovo sovrintendente, si è dimostrato disponibile al dialogo. Speriamo di poter continuare su questa strada».

Dopo uno stato di agitazione, innumerevoli incontri e scontri e lo sciopero per ben tre prime consecutive, dipendenti e sindacati hanno accettato alcune condizioni e, a loro volta, hanno modificato il loro atteggiamento, per cercare di ottenere quanto richiesto.

Tra le garanzie ottenute, sono riusciti a liberarsi dell’obbligo di timbratura del cartellino quando non sono in teatro.

Fino ad ora, infatti, erano costretti a timbrare anche quando avevano il permesso artistico, che permetteva loro di suonare da altre parti, quando non impegnati con la Fondazione. Così, capitava che orchestrali e coristi - anche provenienti dalla terraferma se non addirittura da altre province - fossero costretti a recarsi al teatro per timbrare, anche se avevano in mano l’autorizzazione per svolgere attività esterne.

«Siamo contenti» continua Poropat, «perché anche se non abbiamo ottenuto aumenti o cose simili, almeno ci siamo liberati di quest’obbligo, che creava delle discriminazioni inutili».

La rappresentante Rsu sottolinea come la conquista principale sia stata «ottenere un maggior rispetto nei confronti dei lavoratori. Più che delle concessioni, sono state tolte delle consuetudini che nuocevano alla qualità della vita». Un esempio? «La possibilità per i tecnici di uscire prima, quando hanno finito il loro lavoro. Fondamentale per chi non ha orari né weekend come noi».

Soddisfatto anche Andrea Erri, direttore generale della Fondazione Teatro La Fenice: «Accogliendo la sollecitazione del sindaco Brugnaro, abbiamo lavorato fino all'ultimo per individuare la soluzione migliore per tutte le parti coinvolte. Grazie a un confronto franco e costruttivo, siamo riusciti a raggiungere questo importante risultato. Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questo accordo».

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