Venezia: sì alle paline in plastica, ma con alcuni limiti
VENEZIA. Pali di plastica, bricole di legno chiodato, paline di legno graffettato: è sempre più vicina l’adozione anche in laguna dei materiali alternativi per paline e bricole, garantendone una più lunga durata in acqua. Dopo il protocollo d’intesa approvato in luglio conSoprintendenza e Magistrato alle Acque e il via libera a dicembre del Consiglio comunale, la Giunta ha ora dato il via libera all’accordo e incaricato la Direzione Mobilità e trasporti di definire le norme transitorie per l’adozione dei nuovi materiali, che dovranno essere certificati dal Magistrato alle Acque. La priorità del Comune è tutelare l'integrità dei palazzi notificati: la Soprintendenza vorrebbe, di conseguenza, proibire l'utilizzo dei nuovi materiali in tutto Canal grande, mantenendo quelli tradizionali, il Comune preferirebbe trovare l'intesa sui modelli autorizzati, più che sui materiali. Il nuovo regolamento sarà però applicato quanto prima, anche se nel frattempo, però, restano valide tutte le sanzioni erogate in questi mesi dai vigili urbani, per le violazioni d'ormeggio riscontrate a centinaia nei rii veneziani, dove il fai-da-te più estremo vige da sempre in fatto di ormeggi: pali di ferro o tubi di plastica, insieme a più sobrie paline in Pet, tutti attualmente fuorilegge e i primi (tubi di varia natura, metallo o plastica) che lo resteranno anche con il nuovo regolamento.
Numerose le proteste di chi lamenta che le paline ormai durano in media un paio d'anni, consumate dal moto ondoso, dalle correnti e dalle «teredini», i vermi di laguna.
Negli ultimi anni i pali in plastica sono stati concessi soltanto agli enti pubblici e in determinati canali. La deregulation ha prodotto una situazione di caos. E oggi nei canali si vedono vecchie paline in legno, pali in ferro e di plastica, pali in legno rivestiti di gomma. Tra le tipologie alternative sottoposte a sperimentazione si potrebbe presto partire da una porzione della palificata sottostante il Ponte della Libertà, per provare una ricetta rivoluzionaria per salvare le fondazioni degli edifici veneziani e consolidarle, mantenendo i pali in legno, senza irrigidirli con il cemento. Iniezioni di una speciale resina che distrugge le teredini _ i molluschi che "mangiano" letteralmente il legno dei pali attaccandosi ad essi _ e protegge la struttura lignea rimanente con una sorta di"ingessatura" che permette al palo di reggere senza essere sostituito. E' stata presentata ufficialmente di recente nel convegno su «Venezia e le sue fondazioni. I rischi e le soluzioni», organizzato dal Collegio degli Ingegneri. In ogni caso per palificate e bricole in laguna sembra in arrivo una nuova era. (e.t.)
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