Venezia, sfuma il sogno del Palais Lumière: "Troppi intoppi burocratici"

L’annuncio del nipote di Cardin, Basilicati: «La scelta si è resa inevitabile dopo che, a oltre due anni e mezzo dalla presentazione dell’iniziativa, non è stato possibile concludere la procedura con l’approvazione formale di un accordo con tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte»

VENEZIA - Il Palais Lumiere di Pierre Cardin non si farà a Marghera: lo ha annunciato all’Ansa, da Parigi, l’ingegnere Rodrigo Basilicati, nipote dello stilista italo-francese, amministratore delegato della società Concept Creatif Pierre Cardin SpA, che ha realizzato il progetto molto contestato di una torre alta oltre 300 metri nei pressi di Venezia. «Abbiamo dovuto recedere dalla Bozza di Accordo di Programma del 21 dicembre 2012 sottoscritta con le Autorità locali per la realizzazione a Marghera del Palais Lumiere - spiega Basilicati -. La scelta si è resa inevitabile dopo che, a oltre due anni e mezzo dalla presentazione dell’iniziativa, non è stato possibile concludere la procedura con l’approvazione formale di un accordo con tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte». Per Basilicati sono aumentati col tempo gli ostacoli procedurali, «fino alla recente presa di posizione del Ministero dei beni culturali circa la presunta esistenza in zona di un vincolo paesaggistico finora mai fatto valere nè applicato a tutti coloro che hanno edificato nella zona».

Il nipote di Cardin lamenta che nel frattempo sono scaduti i termini massimi di efficacia dei contratti già conclusi per avere la disponibilità delle aree necessarie e sufficienti per la conclusione dell’iter amministrativo. «Abbiamo già investito nel territorio somme ingentissime per realizzare un sogno e contribuire così alla rigenerazione di Marghera - prosegue Basilicati -: a tutt’oggi non si sono verificate le condizioni minime di certezza di consensi e tempi per proseguire l’attività e continuare a investire le somme ancora più cospicue richiesteci da ogni parte sia per le aree che per le procedure». E conclude: « A questo punto non ci resta che augurare alle amministrazioni locali e ai proprietari delle aree di riuscire presto a riqualificare Marghera anche senza l’apporto del nostro entusiasmo».

Zaia tenta l'incontro in extremis. Il governatore del Veneto Luca Zaia tiene ancora una porta aperta ai promotori del progetto Palais Lumière di Pierre Cardin a Marghera. «La Regione - spiega Zaia - ha ancora fissata una riunione martedì prossimo con i rappresentanti del progetto, alla luce delle ultime carte consegnate circa alla metà di giugno. In questa occasione, sostanzialmente, si sarebbe concretizzato un passaggio fondamentale dell’iter burocratico». «Sono cosciente del fatto - aggiunge - che restano in piedi temi con la Vas, la Via e il grande confronto con il Ministero dei beni culturali, ma spero che nonostante questo, e la pastoie burocratiche del paese Italia, ci sia la volontà di ripensare a questa decisione, rivalutando l’operazione». Zaia ricorda che la Regione «ha sempre creduto a quest’opera e l’ha sostenuta. Ciò per due fattori fondamentali: per il fatto che potesse diventare un’opera simbolo, di grande visibilità, e di ritorno economico per le aziende, in primis quelle venete, e poi per l’opportunità che il Palais dava di recuperare gli investitori stranieri, ridando loro fiducia nell’Italia».

Orsoni. «Il conservatorismo e la visione per il no all’innovazione a Venezia di certi ambienti romani hanno avuto il loro peso». È duro il commento del sindaco Giorgio Orsoni alla notizia dello stop al progetto del Palais Lumiere di Pierre Cardin a Marghera. Il sindaco ha detto di aver appreso la notizia due ore fa direttamente dal nipote dello stilista Rodrigo Basilicati. «Da un lato effettivamente sembrava ci fossero problemi di reperimento dei finanziamenti, come più volte sottolineato anche da noi - aggiunge - dall’altra ha pesato la diffidenza degli stranieri nei confronti della nostra burocrazia. La Regione - rincara - l’ha tirata molto per le lunghe nell’ultimo mese, non muovendo alcuna carta». Il Comune, sottolinea, «ha sempre fatto tutto quello che doveva: francamente mi dispiace che questa cosa finisca così».

Ripa di Meana: "Ritirerò l'esposto". «Il 14 settembre 2012 mia moglie Marina ed io avevamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, denunciando il grave pericolo che la costruzione di Palais Lumiere poteva rappresentare per la sicurezza della navigazione aerea, trovandosi a brevissima distanza dall’aeroporto internazionale di Venezia-Tessera»: lo dice Carlo Ripa di Meana. «Senza entrare nel merito delle valutazioni estetiche del progetto - aggiunge - ne risultavano investite le caratteristiche paesaggistiche e ambientali della gronda lagunare di Venezia. Questa inchiesta è ancora in corso e il 19 giugno 2013 abbiamo conferito in proposito con esperti della Procura di Roma. Come Italia Nostra abbiamo fatto inoltre ricorso presso il Tar sul rifiuto dell’Enac a fornire la documentazione relativa alla loro deroga all’altezza massima di oltre cento metri dell’erigendo Palais Lumiere». Dopo l’annuncio giunto ieri sera da Parigi da parte dell’ingegnere Rodrigo Basilicati, nipote di Pierre Cardin e amministratore delegato della società Concept Creatif Pierre Cardin SpA, di rinunciare definitivamente al progetto, «Marina ed io desideriamo informare che lunedì intendiamo ritirare il nostro esposto - annuncia Ripa di Meana - e consigliamo anche a Italia Nostra di ritirare il ricorso contro l’Enac, essendo venuto meno il motivo del contendere».

Numerose e qualificate, conclude, sono state nel corso di questi due anni «le opposizioni, da parte di architetti e personalità del mondo della cultura italiana, quali Vittorio Gregotti, Paolo Portoghesi, Salvatore Settis, Carlo Ginzburg, Desidera Pasolini dall’Onda, Carlo Ripa di Meana, Giancarlo Carnevale, Lionello Puppi, Franco Miracco e Rita Paris, nonchè da parte di organi di stampa nazionali e internazionali, come la New York Review of Books e il Times»

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