Venezia, sequestrato l'hotel delle mani di Quinn

Operazione della Guardia di Finanza, il Ca' Sagredo finito nell'inchiesta "Domus Aurea"
Ca' Sagredo
Ca' Sagredo

VENEZIA. Tra i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza di Monza nell'ambito dell'inchiesta «Domus Aurea» c'è anche l'hotel Cà Sagredo di Venezia che, fino a poche settimane fa, ospitava «Support», opera costituita da due grandi mani dell'artista Lorenzo Quinn, installata in occasione della Biennale d'arte e rimossa ai primi di maggio.

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L'inchiesta coordinata dal pm di Monza Salvatore Bellomo ha portato all'arresto di 21 persone, tra cui l'imprenditore brianzolo Giuseppe Malaspina e l'ex magistrato Gerardo Perrillo che prestava servizio alla Sezione fallimentare del Tribunale di Monza.

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Tra i beni sequestrati anche lo stabile che ospitava l'hotel Gritti di Milano, a pochi metri dalla Scala, e un maneggio a Oggiono (Lecco). Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e corruzione.

Da parte sua Lorenza Lain, direttrice dell’albergo veneziano, ha precisato che: «L'hotel Ca' Sagredo ha una gestione indipendente e disgiunta da quella legata ai beni del geometra Giuseppe Malaspina».
«L'attuale gestione - sottolinea - fa capo a me e l'hotel è pienamente operativo con un bilancio in attivo. I rapporti con i curatori fallimentari - aggiunge - sono ottimi e vi è una buona collaborazione al fine di mantenere la piena operatività e l'autonomia dell'hotel».

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Per quanto riguarda le indagini emerge che era una fitta rete di collaboratori specializzati, ognuno con il suo ruolo, quella che ruotava attorno a Giuseppe Malaspina, imprenditore brianzolo arrestato stamane dalla Guardia di Finanza di Monza, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e corruzione
 
Insieme a Malaspina, nel suo passato una condanna per omicidio, sono finiti in carcere l’ex magistrato Gerardo Perillo, divenuto suo avvocato consulente, l’avvocato Fabiola Leandra Sclapari, Roberto Lucini, braccio destro ed esperto finanziario di Malaspina nonché suo prestanome, Antonio Ricchiuto, commercialista consulente, ritenuto il “suggeritore delle modalità di progettazione” dei raggiri, Giorgio Spinelli, altro collaboratore stretto di Malaspina, il commercialista Salvatore Tamborino, l’architetto Cesare Croce e il geometra Claudio Enrico Cimnaghi. 
 
Ai domiciliari sono finiti il commercialista Giorgio Luigi Comi, la moglie di Malaspina, Adriana Foti, il geometra Dario Ghezzi e Vincenzo Albano, prestanomi dell’imprenditore, gli imprenditori Vincenzo Calcopietro e Angelo Narducci, l’architetto Laura Maschio, e cinque dipendenti di Malaspina. L’imprenditore Annunziato Familari, socio di Malaspina, è  stato invece sottoposto al provvedimento cautelare di obbligo di dimora. 
 
Altre cinque persone sono state sottoposte ad obbligo di firma, mentre altre tre sono state sottoposte al divieto di esercizio della professione per 12 mesi. 

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