Venezia: sempre più turisti, meno foto. Un supermarket cinese al posto di Interpress

Affitto alto, entrate in calo: l’agenzia chiude il negozio ma continuerà a raccontare Venezia attraverso l’obiettivo
Il negozio di Interpressphoto in campo de le Becherie, a Rialto
Il negozio di Interpressphoto in campo de le Becherie, a Rialto

Un altro segno, l’ennesimo, della città che cambia. Un negozio «storico» di fotografo chiude i battenti e lascia il posto a un supermercato cinese. Saracinesche abbassate da giorni nella bottega di Interpress, in campo delle Beccarie. Centro non soltanto commerciale di una Venezia autentica. Luogo dove da decenni si pensano e si stampano le fotografie che hanno fatto la storia recente della città. Ma a un certo punto i tre fondatori dell’Agenzia fotografica non ce l’hanno più fatta. Troppo alte le spese, a cominciare dall’affitto, entrate sempre più ridotte. I residenti sono pochi, le pellicole non ci sono più e con esse sono (quasi) sparite le classiche stampe. Anche le macchine fotografiche di qualità – Nikon e Canon – restano patrimonio per pochi. Tutti si sentono grandi fotografi quando scattano un’immagine con il telefonino. Nella Venezia che si offre al turismo di massa, il negozio Interpress era ormai tutt’al più di qualche compratore di cartoline.

Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.09.2014.- Staff Interpress. Giorgio Mazzega, Matteo Tagliapietra, Gianfranco Tagliapietra
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 16.09.2014.- Staff Interpress. Giorgio Mazzega, Matteo Tagliapietra, Gianfranco Tagliapietra


Così l’attività chiude. «Continueremo nello studio qui vicino», dice Matteo Tagliapetra, il più giovane del gruppo. Negozio aperto nel 1981 dai due soci Franco Tagliapietra e Giorgio Mazzega. Fotografo di esperienza il primo, con alle spalle una decennale carriera a fotografare gli eventi della città : l’alluvione del 1966 –e le dive di Hollywood alla Mostra del Cinema. Lidollywood il suo celebre libro che racconta la storia di Venezia per immagini degli ultmi cinqunt’anni.

Giorgio Mazzega, noto per il suo coraggio e la sua tecnica di fororeporter. Protagonista per immagini di tutti i fatti più importanti di cronaca degli ultimi decenni. Fotografi per la Nuova Venezia, autori di importanti scoop fotografici in laguna, a Marghera, sul Mose.



Ma anche la qualità nella Venezia invasa dal turismo di massa deve cedere alla «quantità». Così al posto del fotografo aprirà presto un bar-supermercato gestito da cinesi, gli stessi proprietari del ristorante bar sul ponte. Una realtà che cambia di continuo. E i fotografi che diventano merce sempe più rara. Da poco ha chiuso i battenti anche un altro importante negozio di foto, al ponte dei Giocattoli a San Giovanni Grisostomo. Adesso lì si vendono pizza e gelati – peraltro italiani e di qualità – ma obiettivi e tecnologie dell’immagine non ci sono più. Si contano sulle dita di una mano i fotografi che resistono. In una città che è stata la scuola per molti dei grandi nomi della fotografia italiana. Come Giacomelli, Roiter e Berengo Gardin, i giovani del circolo fotografico La Gondola e del Marco Polo, Marco Menini e Barasciutti, Arici e Mattiazzo, Fotoattualità e Vision solo per citarne alcuni.

Ma l’onda non risparmia nemmeno artisti come Mazzega e i Tagliapietra. Già da domani il loro negozio-laboratorio, meta di tanti veneziani e appassionati di fotografia, chiuderà per sempre le serrande. Per lasciar posto a un supermercato cinese.

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