Venezia seconda in Veneto per il “rischio agromafie”

L’Indice di organizzazione criminale è a 15 punti, il più alto dopo quello di Rovigo La Coldiretti: «Priorità a legalità e trasparenza e più controlli sulle merci al porto»

La presenza delle “agromafie” non risparmia nessuna regione italiana, nemmeno il Nord Italia, Veneto compreso e in particolare la provincia di Venezia dove l’infiltrazione della criminalità organizzata è «molto evidente». Il dato emerge dall'Indice di organizzazione criminale (Ioc) elaborato dall'Eurispes nell'ambito del quarto Rapporto Agromafie con Coldiretti e l'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare. A Venezia è stato assegnato un indice Ioc di 15,6 punti (unica città veneta, dopo Rovigo, che ha 21 punti, a superare la soglia dei 15 punti), ben lontano dai 100 punti di Ragusa o i 38 di La Spezia, tanto per fare alcuni esempi, ma pur sempre «apprezzabile - commenta Eurispes - in quanto il confine tra associazione per delinquere e associazione di stampo mafioso sta diventando sempre meno netto che in passato».

L’indice Ioc si fonda su 29 indicatori specifici e rappresenta la diffusione e l'intensità della criminalità in una data provincia. Si tratta di un volume d’affri, a livello nazionale, di 16 miliardi di euro nel 2015, alimentato da ogni tipologia di illeciti, dalle truffe alle estorsioni, dal traffico illegale di prodotti agroalimentari - che spesso e volentieri caratterizza anche il traffico delle merci negli scali portuali - la conquista di aziende legali in difficoltà attraverso prestiti in cambio del controllo dell’azienda che diventa, oltre tutto, una via di riciclaggio dei proventi delle associazioni a delinquere di stampo mafioso e camorristico.

«L’infiltrazione della crimanilità organizzata caratterizza tutti i settori economici, compreso quello agroalimentare ancor più in tempi di crisi come quelli attuali», commenta Jacopo Giraldo, presidente di Coldiretti Venezia. «Per quanto ci riguarda stiamo lavorando con i nostri soci con due priorità che sono la legalità e la trasparenza. La complessità della filiera agroalimentare, al pari di quella turistica, è certamente a rischio criminalità, non solo per fenomeni di strozzinaggio e riciclaggio, ma anche per il traffico di prodotti agricoli e alimentari che in una città portuale come Venezia, porta del Nordest, ha una potenziale via di commercializzazione illecita che solo controlli più stringenti e non solo a campione ma su ogni carico, possono contrastare».

Gianni Favarato

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