Venezia, rubano furgone: scatta l'allarme terrorismo
VENEZIA. La telefonata per il furto di un camion, quel riflesso incondizionato che rimanda alle immagini degli attentati di Nizza e Berlino, la reazione immediata delle forze di polizia, anche con l’attivazione degli agenti Uopi, l’Unità operative di pronto intervento. Per fortuna il terrorismo non c’entrava nulla, ma l’episodio ha permesso di testare la prontezza di riflessi della polizia, con il risultato di due persone finite in manette per l’arresto di un furgone.
L’episodio è accaduto ieri pomeriggio poco dopo le 16 al Tronchetto dove un autista dipendente di una ditta di traslochi ha lasciato il suo furgone, un Master Renault, parcheggiato e incustodito. Dopo alcuni minuti ha notato che qualcuno era salito a bordo, e che si stava allontanando. Ha provato a rincorrere il furgone, a piedi, ma ovviamente non è riuscito a fermarlo. A quel punto ha preso il telefonino e ha chiamato la polizia, spiegando che qualcuno aveva rubato il suo furgone.
Un furto che ha messo in allarme la centrale: alcuni dei più recenti attentati terroristici infatti sono stati fatti utilizzando dei camion, anche se molto più grandi. Il primo, a Nizza, il 14 luglio del 2016, sulla promenade des Anglais e il secondo, più recente, il 19 dicembre dello scorso anno, ai mercatini di Natale di Berlino. Dopo la segnalazione del furto è stata quindi attivata l’unità Uopi.
La ricerca e l’intercettazione del furgone in fuga - facilmente riconoscibile anche per le scritte della ditta di trasporti sulle fiancate - è stata agevolata dal fatto che non potevano esserci dubbi sul fatto che avesse imboccato il Ponte della Libertà. Gli agenti infatti sono riusciti a fermarlo proprio alla fine del Ponte della libertà, in direzione di Mestre. Hanno costretto il ladro a fermarsi, e hanno perquisito lui e il furgone. A bordo del mezzo erano in due: l’uomo, di 46 anni, e una donna, di qualche anno più giovane, entrambi ucraini. Dalle verifiche fatte l’ucraino è risultato essere residente in Germania, ma in possesso di una carta di identità rumena, poi rivelatasi falsa, che gli serviva per spostarsi tranquillamente in Europa.
Entrambi incensurati, entrambi sono stati arrestati (l’uomo anche per il documento falso) e ieri mattina sono comparsi davanti al giudice per il processo per direttissima. L’uomo è stato condannato a 11 mesi. La donna invece è stata assolta perché il fatto non sussiste. Il giudice infatti ha creduto alla sua versione: la donna aveva spiegato di non sapere che quel furgone non era del connazionale, e di averlo capito solo quando si è trovata davanti la polizia alla fine del Ponte della Libertà, a Marghera.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia