Venezia, rispunta il progetto della Via del Mare tra le polemiche

L’assessora regionale De Berti ieri al Mit per discutere il project financing cancellato tre anni fa da Zaia

VENEZIA. Il ripensamento di Zaia riaccende il dibattito sulla viabilità verso litorale. Ieri a Roma si è tenuto l’ incontro al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti tra l’assessora regionale Elisa De Berti e Dimitri Dello Buono, responsabile della segreteria tecnica del ministro Danilo Toninelli, per discutere diversi temi riguardanti mobilità e viabilità, tra cui il progetto di finanza del 2009 per la realizzazione della cosiddetta “Via del Mare”, superstrada a pedaggio dal casello autostradale di Meolo e Jesolo. Il progetto era stato esaminato dal Cipe nel 2012, successivamente approvato nel 2014 con una delibera che però ha avuto la ricusazione del visto da parte della Corte dei Conti.

Ieri è stato esaminato l’intero iter che ha portato all’approvazione non definitiva del progetto e l’assessora De Berti ha sollecitato un rapido esame per riavviare l’iter sospeso. Ha sottolineato l’importanza di un adeguato collegamento viario con le località balneari di Jesolo e Cavallino Treporti che insieme registrano 2 milioni di arrivi e 12 milioni di presenze. «Dello Buono», sottolinea l’assessora De Berti, «ha garantito l’avvio immediato di un approfondimento della questione con i tecnici del Mit e si è detto disponibile a individuare con la Regione del Veneto una soluzione condivisa per uscire dall’attuale situazione di stallo».

 

L’improvvisa retromarcia di Zaia non poteva che far discutere, tanto che l’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, ex leghista e separatista dal Carroccio, ha subito ricordato che era stato il governatore ad affossare il progetto nel 2015 per via dell’inchiesta giudiziaria sul Mose, commettendo un grave errore a iter iniziato.



È bastato che Zaia arrivasse in ritardo alla presentazione del punto di primo intervento dell’Usl 4 a Cavallino Treporti perché si sfogasse sui disagi del traffico lungo il litorale, ricordando che è arrivato il momento di riprendere in mano il progetto della superstrada verso il mare. Apriti cielo. Operatori del turismo e associazioni di categoria si sono improvvisamente risvegliate, evocando la necessità di questo percorso veloce e a pagamento. L’assessora De Berti è volata a Roma ieri per iniziare a fissare i paletti e rivedere l’iter al Ministero. Ci vorrà qualche tempo per avere una risposta, ma il primo passo è compiuto.



L’Autostrada del Mare è la principale criticità viaria veneta secondo Confindustria e l’associazione delle imprese del turismo. «Questa infrastruttura connette alla rete autostradale italiana la più grande zona balneare d’Italia», spiega la presidente Assitai Angela Macola, «Caorle-Eraclea-Jesolo-Cavallino registrano infatti più presenze della stessa costa romagnola (Cattolica, Rimini, Riccione, Misano) che però è servita, oltre che da una autostrada a tre corsie, anche da una rete di strade statali e regionali e, soprattutto, dalla ferrovia di cui le imprese del turismo auspicano un rapido prolungamento fino alle località balneari del Veneto per accrescere una mobilità a basso impatto ambientale collegando l’aeroporto Marco Polo a Jesolo. La proposta di Zaia rilancia le reti viarie venete in un’ottica turistico-economica, considerando che a fronte dei flussi turistici ci sono miliardi di euro di forniture via gomma.



Oltre alla più complessa situazione dell’Autostrada del Mare, ci sono diverse criticità da risolvere, in particolare la tratta compresa tra Caorle e Cavallino, e poi i problemi della viabilità turistica. Confindustria e Assitai fanno un elenco. La costiera a sud di Venezia, Chioggia, Rosolina, Barricata/Parco del Delta del Po, poi il lago di Garda, dove insiste la più grande concentrazione di parchi tematici Europa e Campeggi lacustri. E ancora, Cortina d’Ampezzo, che ospiterà i prossimi mondiali di sci ed è candidata ad accogliere le Olimpiadi 2026. Infine Bibione e le località lagunari del Tagliamento. La presidente Macola ricorda che Confindustria e Assitai hanno sollecitato alla Regione, all’interno del tavolo tecnico infrastrutture e con riferimento al Piano strategico per il turismo veneto, il fatto che le esigenze del turismo vengano fatte proprie nei lavori di predisposizione del nuovo piano regionale per le infrastrutture. «La proposta, di cui si torna a parlare», conclude la presidente, «di utilizzo del project come strumento per la ripresa dei cantieri strutturali della Regione è positiva. L’importante è che questo venga amministrato con la diligenza e la competenze necessarie».


 

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