Venezia, quell’intesa tra Pci e Dc sotto la lente degli americani
VENEZIA. Il Partito comunista veneziano studiato dagli americani. E raccontato agli americani dagli stessi comunisti veneziani, con alcuni dei quali - rappresentanti di incarichi pubblici - c’erano rapporti che, a leggere i documenti, si potrebbero definire di cordialità istituzionale.
Le carte (ex) segrete. Ci sono passaggi inediti che ripercorrono la storia politica della città negli anni Settanta nei documenti che l’associazione WikiLeaks ha pubblicato a fine maggio sotto il nome di Carter Cables, 500.577 comunicazioni del Dipartimento di Stato datati 1978, con analisi anche sul quinquennio precedente. Documenti diplomatici - in un primo tempo classificati come segreti dalla Segreteria di Stato - che raccontano anche di Venezia, città d'interesse degli Stati Uniti almeno per tre motivi: il suo valore artistico riconosciuto a livello internazionale, il suo porto proteso verso l'Adriatico e il blocco comunista nella declinazione della Jugoslavia di Tito - è del 1974 la riforma della Costituzione che lo fece presidente a vita - e il forte peso del Pci in città che nel 1975, diventato il primo partito, andò al governo con il Psi. Una maggioranza che però, l'allora segretario regionale del Pci Rino Serri - come vedremo - avrebbe voluto costruire in modo diverso, con un’inedita alleanza con democristiani e socialisti.
12 luglio 1978. In un documento del consolato americano di Milano si legge che nei quattro anni precedenti - quindi dal 1974 - e in particolare da quando la segreteria di Stato ha autorizzato i responsabili dell’ufficio ad avere rapporti con i dirigenti del Pci, lo stesso consolato di Milano ha iniziato e sviluppato contatti con due dozzine di dirigenti con i quali - specifica sempre il documento - ci sono stati colloqui di almeno un'ora. Incontri definiti come «un utile contributo per la valutazione del partito comunista in Italia». Nel documento appaiono i nomi di due figure di spicco del Pci veneziano. Rino Serri, segretario regionale e membro del Comitato centrale del partito per tutti gli anni Settanta, e Gianni Pellicani, che è stato consigliere comunale, deputato e dal 1975 vicesindaco. Tra gli altri ci sono Silvio Leonardi, deputato, di Milano, Elio Quercioli, deputato e membro del comitato centrale, altri come Vittorio Korach e Roberto Vitali. Tutti politici che godono di buona reputazione, stima e fiducia - riporta il documento - nei territori di cui sono rappresentanti. «Ricoprono incarichi pubblici, ed è in questi panni che li abbiamo incontrati», annota l'estensore del file. In modo amplio e puntuale sono riportati soprattutto i colloqui avuti con il segretario regionale Serri - il documento sottende contatti frequenti, anche telefonici - il quale spiega con franchezza quale sia il suo punto di vista sulla politica estera, sulla strategia nazionale del Pci e su quella locale, con particolare attenzione per il comune di Venezia. Colloqui nei quali, annota il documento, il segretario del partito Serri appare «sicuro di sè e amichevole e allo stesso tempo riservato e corretto».
Il mini compromesso storico. Il passaggio più significativo su Venezia va cercato in un documento del 21 aprile del 1975 - classificato tra i Kissinger Cables - alla vigilia delle elezioni amministrative. Non è per nulla casuale l’interesse degli americani. Il Comune, sindaco Giorgio Longo, è governato da una coalizione imperniata sulla Dc ma il 23 dicembre del 1974 il Consiglio comunale approva, con i voti del Pci, un Ordine del Giorno poi denominato come mini compromesso storico e una settimana dopo, l’ultimo giorno dell’anno, sempre con i voti del Pci vengono approvati i piani particolareggiati, strumento urbanistico per lo sviluppo della città. Un’alleanza tra i due partiti di massa che per la prima volta in Italia e negli anni della Guerra Fredda decidevano di collaborare, anticipando così di alcuni anni un gesto di distensione come l’astensione del Pci sul governo Andreotti nel 1976-77.
La giunta rossa. Per questo gli Stati Uniti, alla vigilia delle elezioni amministrative, vogliono capire cosa succeda a Venezia, trovando in Serri l’interlocutore ideale per avere, come recita il documento, un tour d'orison. Con la collaborazione del dicembre 1974 con la Dc - spiega quindi Serri ai funzionari del consolato - il Pci veneziano ha dimostrato di essere una forza politica responsabile, pronta ad assumere un ruolo di governo. Per questo il segretario del partito è convinto che il Pci riuscirà ad andare al governo della città. Serri ipotizza quindi due possibili coalizione. La prima, a lui più congeniale, con una maggioranza formata da Dc-Psi-Pci che potrebbe essere composta di circa 50 seggi; la seconda composta da Pci- Psi-Pri, e poco più di trenta consiglieri. Quello che sogna Serri quindi è che, dopo la prima stretta di mano tra Dc e Pci, ci sia la possibilità di governare assieme. «In ogni caso», dice Serri, «il partito sarà al governo». La campagna elettorale di quell’anno vide anche l’arrivo, il 18 maggio, di Enrico Berlinguer, che riempì piazza Ferretto. La maggioranza nacque dall’alleanza tra Pci e Psi, con Mario Rigo sindaco e Gianni Pellicani vice, quella che passò alla storia come la giunta rossa. Diventando un caso internazionale.
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