Venezia, “Prima” al Rossini tra ricordi e tanta curiosità

Tanti i veneziani felici di aver ritrovato il loro storico cinema. Forte l’afflusso al nuovo multisala
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 09.10.2012.- Multisa Rossini, inaugurazione del complesso edilizio.- Nella foto la sala più grande 300 posti.-
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 09.10.2012.- Multisa Rossini, inaugurazione del complesso edilizio.- Nella foto la sala più grande 300 posti.-

VENEZIA. Entrano diritti senza fermarsi, tutti alla ricerca delle sale tanto attese. Sono i primi spettatori che ieri hanno varcato l’ingresso del nuovo Cinema Rossini a San Marco 3988, aperto al pubblico per una maratona di film iniziata alle 16 e chiusa alle 23. La maggior parte delle persone arriva, apre la porta e si dirige veloce verso le scale, spinta dalla curiosità di vedere gli spazi e sentire se saranno comode le poltrone. Gli assidui frequentatori del vecchio Cinema Rossini si accorgono invece subito che l’ingresso non è quello di una volta e si fermano a guardare che cosa è cambiato: «Hanno sbagliato l’ingresso - afferma con un provocatorio sorriso Carlo Zago, 54 anni, architetto veneziano - perché quello principale era quello consacrato oggi alla merce (il supermercato Auchan Simply, a fianco, ndr). Sono comunque molto contento che ci siano tre sale e mi auguro una buona programmazione unita a un’ottima tecnologia». Carlotta Carlotti, Franca Cozzi e Federica Trambusti, il trio di amiche inseparabili, notano l’ingresso diverso, ma i ricordi vanno subito all’adolescenza: «Siamo felici che ci sia un nuovo cinema a Venezia - commentano - era spaventoso pensare che ci fosse solo il Giorgione». Brutta giornata ieri per il Giorgione che non ha retto il paragone: «Spero che le sale siano meglio del Giorgione - afferma Maria Grazia Grandini, pensionata, in compagnia del figlio Lorenzo, albergatore - Io sono un’appassionata di cinema quindi sono entusiasta e felice». Il personale del bar adiacente accoglie il pubblico, regalando pop corn e palloncini colorati ai bambini. Alcune ragazze animano la festa vestite con un tutù rosa e azzurro. «Stavo cercando un cinema da ore - racconta Bobby Wong, originario di Hong Kong, ma residente a Birmingham, in vacanza a Venezia - e finalmente l’ho trovato. Non so cosa proietteranno, ma io avevo proprio voglia di un film». Il signore, abituato a trovare molti cinema in città, non sa che Venezia fino a ieri rappresentava un caso a parte: «Sono molto emozionato - afferma Matteo Bertelè, 34 anni, assegnista a Ca’ Foscari e curatore di mostre - perché un cinema multisala ti dà la sensazione di vivere in una città normale dove hai più di una scelta e, soprattutto, vedi dei film non soltanto durante la Mostra del Cinema». A un certo punto, apochi minuti dall’inizio, parte in loop una voce che ripete meccanicamente: «Attenzione, allarme in corso. Rimanete calmi e attendete istruzioni». «Il primo giorno - scherza Roberto Ellero, responsabile del Circuito Cinema, in attesa di inaugurare il primo film con gli assessori Tiziana Agostini e Roberto Maggioni e l’esperto di cinema Carlo Montanaro - si prova tutto, anche l’allarme!». All’interno rimangono sulle pareti tracce dell’edificio vecchio con la scritta «Vietato fumare», ma per il resto si respira odore di nuovo, dato da resine e vernici appena tolte dal cellophane. «Mi piace molto il gioco di scale - afferma Agnese Businaro, 23 anni, studentessa Iuav - ma non le rifiniture». «Dieci all’idea - prosegue una studentessa Iuav, di 26 anni - ma non mi piace il calcestruzzo perché sembra abbandonato a metà». Tra il pubblico anche una blogger francese, Catherine Emeriau, e un ragazzo alla ricerca di un lavoro: «Hanno appena aperto - racconta con appresso una chitarra - e magari hanno bisogno». Sulle 16 la sala da 300 posti è quasi piena. La prima a prendere la parola è la Agostini che ricorda il valore di restituire il cinema ai residenti, poi è la volta di Maggioni i cui ringraziamenti vanno a chi fece partire il progetto, Mara Rumiz (presente in sala) e l’attuale sindaco Giorgio Orsoni. Chiudono Ellero e Montanaro che spiegano la scelta dei film: il serafico Francesco Pasinetti, Marco Segato e il ribelle Gianni da Campo, tre volti dell’anima di Venezia.

Vera Mantengoli

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