«Venezia, prenotazione obbligatoria per i gruppi di turisti»
VENEZIA. Dieci milioni di turisti di troppo. È questo secondo Italia Nostra il dato da cui partire per organizzare una corretta gestione dei flussi nella città storica. L’associazione per la tutela del territorio ha inviato in questi giorni al sindaco Luigi Brugnaro un corposo dossier e una proposta “operativa” sulla questione turismo, che torna in settimana all’attenzione della commissione presieduta da Giorgia Pea. «Una gestione controllata dei flussi turistici», scrive il responsabile della sezione turismo di Italia Nostra Venezia Paolo Lanapoppi, «non può prescindere da un’analisi dei numeri».
Le ultime stime degli arrivi in città sfiorano i 30 milioni di turisti l’anno. Cifre enormi, esplose negli ultimi anni. Che hanno prodotto una trasformazione profonda della città e del suo tessuto sociale. Bancarelle e plateatici ovunque, trasporti in tilt e calli impraticabili, moto ondoso, botteghe artigiane chiuse in favore dei fast food, case trasformate in locande, appartamenti per turisti. E naturalmente costi a carico della collettività, «prigioniera in casa».
Un problema per anni sottovalutato e adesso fuori controllo. E il numero dei turisti aumenta. I numeri, dunque. Italia Nostra cita il famoso studio redatto nel 1988 in vista della candidatura all’Expo da Paolo Costa e Jan van Der Borg, allora docenti a Ca’ Foscari, sulla «capacità massima di accoglienza turistica della città». Cifre che 27 anni dopo fanno sorridere. 20 mila turisti giornalieri, di cui 13 mila pernottanti e 7.500 escursionisti.
«Oggi», scrive Italia Nostra nel dossier, inviato anche al ministro dei Beni culturali e Turismo Dario Franceschini, «gli escursionisti sono 55 mila, i posti letto almeno 50 mila nel territorio comunale, di cui 36 mila nella città storica, stando alle cifre ufficiali. Probabilmente molti di più. In totale sono 100 mila. Cinque volte il «numero massimo».
Che fare? Per avviare quello che l’associazione chiama «il ritorno alla ragione» vengono proposte soluzioni «realistiche, ragionevoli e capaci di generare un’economia più sana per Venezia e il suo territorio».
Si tratta di una «prenotazione obbligatoria» per i turisti escursionisti, in particolare per i gruppi organizzati dalle agenzie. Occorre poi bloccare con nuove leggi la trasformazione degli alloggi da residenza a turismo (oggi per farlo basta una dichiarazione di inizio attività, prevista dalla legge regionale) e un limite di giorni alla possibilità di affittare a turisti, come già in vigore ad esempio a San Francisco. Poi incentivi fiscali per chi affitta le case ai residenti, un «Art Bonus» per Venezia da finanziare con il contribuito degli escursionisti. Che porti nuovi posti di lavoro destinati agli studenti di Lettere, Beni culturali e architettura dell’Università di Venezia per illustrare ai turisti il patrimonio culturale cittadino. Una proposta che si somma a quelle già depositate, come quella dei consiglieri comunali della lista Brugnaro Renzo Scarpa, Ciro Cotena, Giancarlo Giacomin e Ottavio Serena. E quella di comitati e associazioni che chiedono il numero chiuso. Discussione aperta.
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