Venezia, picchiato a sangue Pasquale il clochard
VENEZIA. Hanno aggredito e picchiato Pasquale Aita, il senzatetto che vive a piazzale Roma e che per tutti è Pasquale. Lo hanno aggredito la settimana scorsa davanti alla stazione di Santa Lucia. Ad aggredirlo sono stati quattro stranieri che lo hanno colpito al volto. Ha riportato alcune ferite, una delle quali al labbro risistemata con alcuni punti di sutura all’ospedale dell’Angelo. Da diversi giorni Aita non è più a piazzale Roma, rimane nella zona del suo “palazzo cartoni”, come lo chiama lui. L’angolo dove dorme accanto al punto di primo soccorso nella struttura del parcheggio Comunale.
L’aggressione è avvenuta mercoledì sera. Aita stava passando davanti alla stazione di Santa Lucia, quando è stato circondato da quattro stranieri che secondo lui erano del Bangladesh. Poche parole e Pasquale ha risposto e in quel momento si è scatenata l’aggressione. Nonostante Pasquale non sia esile e piccolo gli altri hanno avuto gioco facile essendo in quattro. Addirittura uno dei quattro aveva un martello con il quale ha cercato di colpire Pasquale. Sta di fatto che l’aggressione è durata cinque minuti. Quindi i quattro se ne sono andati e qualcuno ha prestato i primi soccorsi al sentatetto che sanguinava dalla bocca.
Secondo Pasquale Aita ad aggredirlo sono stati i “boss” che gestiscono i portabagagli bengalesi che lavorano tra piazzale Roma e la stazione ferroviaria. Secondo Aita sarebbero gli sfruttatori, coloro che pretendono dei soldi dai portabagagli. Gente con la quale Pasquale avrebbe avuto da ridire. Sul fatto che si tratti di chi sfrutta i portabagagli è una considerazione del senzatetto che comunque restando in piazzale Roma 24 ore su 24 ha un punto di osservazione notevole su quanto accade nella porta d’ingresso del centro storico.
Pasquale, nato in Germania, ma di origini partenopee è arrivata a Venezia tre anni fa. Proveniva dalla Grecia dove era rimasto a protestare per oltre un anno davanti all’ambasciata tedesca ad Atene. Una protesta contro la politica economica della Germania nei confronti della Grecia messa in ginocchio dalla politica tedesca.
Arrivato in città si è sistemato in piazzale Roma dove tra slogan gridati al megafono e sfottò contro il potere, trascorre le sue giornate. E diventato amico di molti che lo aiutano regalandogli vestiti e altro per “arredare” il suo “palazzo cartoni”.
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