Venezia, Palazzo Donà resta chiuso. «Mister Kwong non paga»

Battaglia legale tra l’impresa che ha fatto i lavori e la società del magnate asiatico. Il finanziere ha acquistato anche Palazzo Poerio Papadopoli per farne un albergo
Interpress/Gf.Tagliapietra Venezia 05.05.2018.- Palazzo Donà Santa Maria Formosa
Interpress/Gf.Tagliapietra Venezia 05.05.2018.- Palazzo Donà Santa Maria Formosa

VENEZIA. È ormai un caso la riapertura a uso alberghiero di Palazzo Donà in campo Santa Maria Formosa, trasformato in un un hotel di lusso camere, con un bar, un ristorante e un’area benessere per i suoi ospiti. È stato il primo investimento “veneziano” del facoltoso imprenditore di Singapore Kwong Ching Chiat, con la sua società Grandeur Oxley srl, la stessa che ha acquisito ora anche Palazzo Poerio Papadopoli dal Comune, anch’esso a fini alberghieri.

Il Palazzo era la sede dei servizi sociali della Municipalità di Venezia e vi lavoravano 17 operatori dei servizi sociali e 12 del servizio immigrazione. Il Comune aveva ceduto Palazzo Donà all’Ive, l’Immobiliare veneziana, controllata dalla stessa amministrazione, per 4 milioni, dando poi a sua volta alla società la possibilità di cedere il palazzo di Campo Santa Maria Formosa a un nuovo offerente privato.

L’ex palazzo comunale è stato infatti ceduto alla Grandeur Oxley srl. Ma i lavori – per un importo totale di circa 6, 2 milioni di euro – si sono di fatto conclusi in buona parte nel luglio dello scorso anno e tutto è ancora fermo, per una battagli giudiziaria in corso nei confronti dell’imprenditore asiatico da parte della Sama Global International, la società che si è occupata come general contractor dei lavori di trasformazione alberghiera dell’immobile, ma poi è stata liquidata senza essere stata, a suo avviso, interamente pagata.

«La nostra società», spiega il rappresentante legale Andrea Giacomini, «ha fatto da general contractor per le società del signor Kwong Ching Chiat sia nel cantiere di Palazzo Dona in Venezia sia per un altro importante lavoro a Certaldo (Firenze). Entrambi i cantieri ad oggi sono fermi da più di un anno con varie cause in corso in quanto le società del signor Kwong non pagano. Per Palazzo Donà, Sama Global Italia avanza da Grandeur Oxley 237. 096 euro per lavorazioni già eseguite e mai pagate. La perizia ha dato una valutazione delle opere realizzate da Sama Global Italia addirittura superiore di quanto da noi richiesto e previsto da contratto stipulato. Il Tribunale di Venezia ha concesso a Sama Global Italia un ingiunzione di pagamento e ad oggi siamo in attesa dell’esito della stessa in quanto richiesto un procedimento esecutivo. L’esito arriverà nel mese di gennaio 2020. Inoltre sono state fatte nei confronti del Signor Kwong ben due denunce per appropriazione indebita in quanto è più di anno che Grandeur Oxley utilizza l’energia elettrica che ancora oggi paga Sama Global Italia perché Grandeur Oxley non ha mai permesso ai tecnici dell’Enel di poter accedere al cantiere una volta riconsegnato per chiudere la nostra utenza o quanto meno trasferirla sotto l’anagrafica di Grandeur Oxley».

Opposta la versione del legale della società del signor Kwong Ching Chiat, secondo cui è stato rescisso il contratto con la Sama Global per inadempienze contrattuali nell’esecuzione dei lavori che non erano affatto conclusi e che imputa proprio a chi ha fatto i lavori e ha interrotto il contratto con l’Enel per problemi ancora irrisolti sull’uso dell’energia elettrica.

Una possibile transazione tra le parti sarebbe in atto. Sta di fatto che nel frattempo Palazzo Donà resta malinconicamente chiuso, in attesa che la Grandeur Oxley trovi un gestore che si prenda carico dell’hotel. —

Enrico Tantucci


 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia