Venezia, il caso di palazzo Bernardo: l’ascensore delle liti finisce ancora al Tar
Dopo il definitivo via libera della Soprintendenza la disputa fra inquilini continua: «Progetto che viola le regole del diritto»

Ricorso al Tar contro l’ascensore nella corte quattrocentesca di palazzo Bernardo a San Polo.
Lo hanno presentato i legali della famiglia Wagner-Degueldre, dopo il via libera definitivo della Soprintendenza al progetto presentato dai proprietari del terzo piano, la famiglia Avogadro Azzoni.
Lo stop di qualche mese dopo le proteste, e ora il definitivo via libera. Un’ordinanza firmata il 19 marzo dal soprintendente Fabrizio Magani e dal tecnico di zona Federica Romaro. «Il progetto non pregiudica l’interesse del sito tutelato, risulta rispettoso della specificità e peculiarità del contesto e dei valori paesaggistici», scrive Magani.
«Siamo allibiti», replicano i ricorrenti, «basta guardare il rendering per capire che non è così».
Il loro avvocato, Elisabetta Orsini, denuncia la «violazione delle regole del diritto». «Non siamo mai stati coinvolti né informati», accusa, «non è possibile».
L’ascensore è stato richiesto da Azzoni per «garantire l’accessibilità ai disabili». Una legge lo prevede. «Ma si poteva fare in altro modo, replica la signora Wagner, fotografa e grafica che ha restaurato il prezioso palazzo che un tempo era adibito a uffici dell’Università Ca’ Foscari.
I proprietari del piano nobile hanno anche presentato un progetto alternativo per dimostrare che si può realizzare una piattaforma elevatrice senza compromettere il cortile del Quattrocento.
«Non ci hanno mai risposto», dice. La battaglia continua. Secondo i promotori del progetto si tratta «esclusivamente di residenti, anche anziani, che hanno il diritto di raggiungere le loro abitazioni».
Ma Wagner insiste e annuncia battaglia. «Siamo stupiti che l’ente che dovrebbe tutelare questi edifici monumentali dia parere favorevole alla realizzazione di un manufatto così impattante.
Che passa davanti alle nostre finestre e potrebbe compromettere la staticità delle pareti con stucchi e affreschi».
Battaglia che va avanti. Ora la palla passa al Comune, che dovrà firmare l’autorizzazione edilizia. Difficile il rifiuto, senza un intervento del Tar, visto il “sì” firmato dal soprintendente.
Per tutelare palazzo Bernardo e i suoi tesori i Wagner hanno annunciato battaglie legali e la creazione di un comitato di cittadini. «Faremo dei manifesti, con la foto di quello che chiamiamo l’ascensore Magani, annuncia la donna pronipote del grande musicista.
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