Venezia sempre più vecchia: gli over 80 sono venticinquemila

L’appello dello Spi: «Anziani soli, velocizziamo la costruzione delle case e degli ospedali di comunità»

Maria Ducoli
Alcune anziane in una casa di riposo in provincia di Venezia
Alcune anziane in una casa di riposo in provincia di Venezia

Trascinano i loro deambulatori in calle, si scorgono affaticati sui punti, affollano le sale d’attesa delle medicine di gruppo: sono i 25.648 ultraottantenni residenti a Venezia, una città sempre più anziana, in cui l’età media cresce di anno in anno, portando a una trasformazione dei bisogni della popolazione.

Rispetto a dieci anni fa, nel solo centro storico, gli over 80 sono cresciuti del 15%, come mostra un recente studio della Cgil e dello Spi.

Percentuale che ha seguito la stessa tendenza in tutta la provincia, seconda in Veneto dopo il Bellunese in fatto di over 80, con ben l’8,9% della popolazione che rientra nella categoria dei cosiddetti “grandi anziani”.

Negli ultimi 10 anni, mentre l’inverno demografico faceva rabbrividire l’intero Paese, il numero di over 80 è cresciuto a dismisura nel Veneziano, passando da 56.277 a 70.166.

«Invecchiare è positivo» premette Massimo Cestaro, componente della segreteria dello Spi, «ma è importante invecchiare “bene”. C’è poi il tema fondamentale dell’assistenza, visto che il 40% degli ultraottantenni è in parte o del tutto non autosufficiente. Aggiungiamo il pericolo isolamento, molto insidioso soprattutto nelle aree più ostiche» aggiunge.

E allora, mentre a Venezia le istituzioni pensano alla città del futuro con progetti come quello della Città Campus, che mira a incrementare la popolazione studentesca in virtù della collaborazione con gli atenei, gli anziani chiedono più servizi per quella che è la città di oggi.

Allora, lo Spi si fa loro portavoce, sottolineando la necessità di rafforzare l’assistenza domiciliare, così come il numero di impegnative erogate dalla Regione per coprire parte delle rette nelle case di riposo.

Anche l’Ordine dei Medici della provincia di Venezia, qualche giorno fa, aveva fatto presente come gli over 65 del centro storico e delle isole fossero oltre 24mila, ben il 33% della popolazione, contro il 26,5% in terraferma.

«Secondo i dati Istat» aveva dichiarato il presidente, Giovanni Leoni, «il 33% dei pazienti over 65 ha gravi patologie croniche e multimorbilità, percentuale che sale al 47% negli over 85».

Una città sempre più longeva, ma anche sempre più malata, con una necessità crescente di cure che, nel centro storico e nelle isole, spesso soffrono il problema dell’accessibilità dettata dalla conformazione del territorio, motivo per cui medici di base e Ordine da tempo stanno chiedendo all’Usl il riconoscimento dello status di “zona disagiata”.

Per questo, per il numero crescente di anziani e di anziani malati, lo Spi lancia un appello: «È necessario velocizzare la realizzazione e l’organizzazione delle case e degli ospedali di comunità» afferma Cestaro, «presidi territoriali essenziali per i nostri anziani».

Presidi che dovranno essere pronti entro il 2026, ma che rischiano di restare delle strutture vuote, come più volte denunciato dalla Cgil stessa, se non si riuscirà a risolvere la carenza di personale che attanaglia la sanità pubblica.

«Riteniamo importante» conclude Cestaro, «investire sull’invecchiamento attivo anche per gli ultraottantenni, il cui benessere psicofisico deve essere al centro delle politiche sia nazionali che regionali».

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