Venezia oppressa dalle grandi navi Così i giornalisti vedono la città
«Tornando a casa a Venezia in auto, scorgiamo già in lontananza le navi da crociera. Sono ormeggiate ai terminal portuali e sovrastano non solo la piatta silhouette delle case appena al di sopra della linea di galleggiamento, ma anche i campanili e il Campanile di San Marco. Troneggiano sulla città. Se parcheggiamo sull’isola del Tronchetto e prendiamo il vaporetto, capita spesso che il nostro autobus acqueo ci faccia costeggiare un fronte di finestre di centinaia di cabine. Di fronte a questo silos di turisti, in grado di ospitare comodamente tre-quattromila viaggiatori e oltre un migliaio di uomini d’equipaggio, il veneziano si sente minuscolo. “Mi fanno paura”, ci ha detto recentemente la nostra amica Laura, che lavora a Venezia come insegnante e quasi tutte le mattine passa con il vaporetto sotto questi alberghi galleggianti. “E diventano sempre più numerose”».
Comincia così l’articolo Der Kreuzzug (La Crociata) del giornalista tedesco Dirk Schümer, pubblicato dal quotidiano «Frankfurter Allgemeine Sonntagzeitung» che ha vinto l’edizione 2014 del Premio Istituto Veneto per Venezia, attribuito ex æquo al video Come to Venice (2013), della veneziana Benedetta Panisson.
Un riconoscimento, consegnato ieri a Palazzo Franchetti, che è diventato un po’ la coscienza critica del giornalismo su Venezia, vista anche dall’esterno e che vede il problema delle grandi navi e dell’«overdose« turistica della città sempre più denunciato anche a livello internazionale.
«Venezia ha bisogno del turismo ma bisogna definire i limiti al turismo di massa», ha detto anche ieri Schümer ricevendo il premio per il suo articolo, specificamente mirato alla delicata questione del traffico delle grandi navi e alle modalità del turismo, ormai sentita anche a livello internazionale. Ha detto a questo proposito Martin van Aalderen, presidente della stampa estera: «La critica è una dimostrazione di amore nei confronti di Venezia».
Benedetta Panisson, videoartista veneziana, nel suo filmato «Come to Venice» ha invece presentato una sorta di “diario intimo” dove alcuni veneziani, i cui volti sono nascosti, raccontano perché si vive a Venezia, cosa manca, cosa si ama e cosa si detesta di questa città- «Le voci, vive e sincere», si legge nella motivazione del premio attribuitole a pari merito - accompagnate sullo sfondo dal suono drammatico delle sirene dell’acqua alta, diventano “voci collettive”, espressione di un comune sentire». Benedetta Panisson ha sottolineato come il suo lavoro sia nato «dal senso di ribellione, perdita e amore ed è un’indagine tra le variazioni emotive di una comunità, tra la gioia e la tristezza».
Per l’Istituto Veneto il professor Gian Antonio Danieli ha annunciato, in linea con l’impegno dell’Istituto nei confronti dei problemi della città, il convegno che si terrà il 9 ottobre “Governare le acque. Salvaguardia e gestione della laguna di Venezia”. Il professor Gherardo Ortalli ha invece letto le motivazioni del premio.
Rispetto al problema grandi navi e al passaggio alternativo al transito in bacino San Marco che L’Autorità portuale organizza per oggi alle 17 in sala San Leonardo una presentazione pubblica del progetto di “Adeguamento via acquea di accesso alla Stazione Marittima di Venezia e riqualificazione delle aree limitrofe al canale Contorta Sant'Angelo”, che è quello che dovrebbe essere realizzato. Il progetto è stato depositato per la Aalutazione di impatto ambientale lo scorso 16 settembre.
Enrico Tantucci
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