Venezia, Nordio: "Le leggi ci sono bisogna applicarle bene"

Il procuratore aggiunto ospite di Invest Club rilancia il suo impegno. E poi parla a ruota libera su abusivismo, immigrazione e legittima difesa
Interpress/Mazzega Venezia, 22.10.2015.- Tribunale di Venezia, Udienza MOSE.- Nella foto l'arrivo di Carlo Nordio PM
Interpress/Mazzega Venezia, 22.10.2015.- Tribunale di Venezia, Udienza MOSE.- Nella foto l'arrivo di Carlo Nordio PM

VENEZIA. Sui suggerimenti da dare alla nuova giunta, Nordio ha risposto partendo dalla sicurezza. «La premessa è che è vero che i poteri del sindaco sono limitati» ha detto «e che bisogna avere le risorse per applicare le leggi, ma quelle che ci sono bisogna applicarle». Nordio ha detto che la sicurezza non si attua con la minaccia, ma con un capillare controllo delle strade. «Le forze dell’ordine non possono fare miracoli» ha proseguito «ma il mio suggerimento è che abbiano direttive chiare». Un esempio? La legge sul velo che prevede che non si possa girare a volto coperto. «Pochi giorni fa qualcuno in Regione ha proposto una legge sul velo e qualcuno ha risposto che c’era già. Ecco, se c’è perché non viene applicata? I motivi religiosi devono arretrare davanti a quelli di ordine pubblico». Nordio ha anche fatto l’esempio degli abusivi che vendono merce davanti a chi invece paga le tasse: «Non possono esserci leggi per i ricchi e leggi per i poveri» ha concluso «se ci sono delle leggi bisogna applicarle con coraggio».

Immigrazione. Nordio ha detto che l’Italia continua ad accogliere immigrati per rassegnazione. «C’è un limite fisico oltre il quale non si può andare e sono stati Paesi con una storia democratica come la Svezia e la Norvegia a capirlo subito, non la Francia di Marine Le Pen o qualche nazifascista oltre il Brennero». Il magistrato ha detto che se si trattasse di buonismo dovremmo accogliere anche gli scafisti. «La situazione clandestina è sfuggita al controllo di tutti» ha dichiarato «Se sapessimo quanti ne potremmo prendere, sarebbe in un certo senso più semplice. Questo è un problema politico».

Legittima difesa. Nordio ha ricordato la proposta che aveva fatto per l’allora ministro Castelli «che è ancora in qualche cassetto». Il magistrato ha spiegato che il codice penale attuale ha un’impostazione totalitaria. «Nella concezione liberale invece si capovolge la questione: quali sono i limiti entro i quali lo Stato può punire un cittadino che lo Stato non è riuscito a tutelare?». Qui il cittadino fa un contratto con lo Stato. La persona che si difende di notte da un ladro, esercita una tutela che lo Stato non è riuscito ad attuare. Nel momento in cui lo Stato è inadempiente, il cittadino pretende che lo Stato non interferisca se non entro i limiti delineati.

Reati economici. Minacce di pene straordinarie non servono a placare chi vuole andare contro la legge. I problemi sono una procedura bizantina e i processi infiniti. «La legislazione attuale» ha spiegato «per quanto riguarda i reati economici è una legislazione ipertrofica che non arriva al problema».

Il ricordo di Pannella. Nordio aveva aperto la serata ricordando Pannella: «È stato un faro nella legalità, nel garantismo e nella tutela del soggetto debole e non ha mai fatto differenza tra un delinquente povero e ricco, ma lo ha sempre considerato come un soggetto che davanti a un magistrato si trova in una grande condizione di sofferenza psicologica».

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