Venezia, negozio d'arredamento in fuga dai turisti

Boselli trasloca da Rialto: troppi turisti, riaprirà giovedì in calle della Madonna a Dorsoduro, dietro Piazzale Roma
Il cartoncino che annuncia il trasferimento e l’inaugurazione
Il cartoncino che annuncia il trasferimento e l’inaugurazione
VENEZIA. Rialto rigurgita di turisti e così Boselli trasloca in un angolo di città ancora vivibile. Dopo dodici anni in Riva del Vin, lo storico negozio di arredamento dei fratelli Gianni e Massimo Boselli riaprirà giovedì in calle della Madonna a Dorsoduro (dietro Piazzale Roma) negli ampi spazi tutti bianchi di un'ex falegnameria. Riva d'acqua, pontile privato, due anni di restauri e una superficie di oltre trecento metri quadrati che accoglierà i divani, le librerie, le lampade, i tavoli dei grandi architetti e designer del mondo: così sarà il nuovo Spazio Boselli, alla larga dalla baronda di Rialto dove è ormai diventato impossibile anche solo pensare.


Eloquente, in proposito, il cartoncino che annuncia il trasloco e l'inaugurazione, giovedì alle 18. Un'immagine di Riva del Vin invasa dai foresti che si trascinano appresso le valigie barrata da una croce rossa, e un'altra del nuovo spazio nella quiete di Dorsoduro.


All'origine del trasferimento, come ormai avviene sempre più spesso in centro storico, c'era stato l'aumento dell'affitto che era arrivato a 30 mila euro al mese. Una cifra impossibile da sostenere. Ma il problema non era solo quello. Il problema, come spiega Gianni Boselli, era il tessuto circostante.


Gruppi, truppe, eserciti di turisti su e giù per la riva che trascinano bagagli, pestano i piedi, non sanno dove andare, cosa fare; e ancora sono in fila davanti ai ristoranti o a crocchi fuori dai negozietti di souvenir. E poi tavolini ovunque, paccottiglia ovunque, caos ovunque.

«Qui, in questa zona degradata da un turismo furioso, ormai il nostro negozio non c'entrava più - spiega Gianni Boselli - Una zona diventata selvaggiamente turistica al punto da farci decidere che, per essere in sintonia con il nostro lavoro, dovevamo andare altrove. Il sindaco dovrebbe riflettere su cosa sta accadendo».


Dopo la prima sede in calle della Pietà aperta ormai più di cinquant'anni fa dal papà Emilio, la seconda ai ponte dei Greci, la terza a Sant'Antonin, la quarta ai Santi Apostoli e l'ultima in Riva del Vin, l'«altrove» per Boselli doveva essere in un posto tranquillo, dove fosse possibile disegnare le case degli altri senza il frastuono delle orde di visitatori.


L'altrove si è materializzato in calle della Madonna, a due minuti dai Tre Ponti, in quella che era stata per decenni una falegnameria. Quando si dice il destino.

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