Venezia, Museo del cinema all’ex Casinò. Progetto da 15 milioni in due anni
LIDO DI VENEZIA. L’ex Casinò quale sede ideale per un museo del cinema, di varie iniziative a esso collegate e per portare al Lido l’Archivio storico delle arti contemporanee ora al Vega. È questo il progetto presentato mercoledì sera in Municipalità dall’architetto Sandro Manoni e dal critico cinematografico Carlo Montanaro. Un polo di attrazione culturale da far vivere dodici mesi l’anno, con soppalchi sospesi nei due piani nobili per non incidere sulla muratura del palazzo risalente agli anni Trenta, riprendendo l’esempio di quanto già fatto nella Mole Antonelliana di Torino.
Sfruttando poi la notevole superficie del tetto per applicare pannelli fotovoltaici e rendere del tutto autonomo l’edificio e magari pure il palazzo del cinema. Un progetto concreto per il quale si stimano meno di due anni di lavori e una spesa non inferiore ai 15 milioni di euro. «Un intervento che non toccherebbe assolutamente le parti strutturali dell’edificio, senza intaccare i saloni storici, ma puntando sulle ali dove c’erano gli uffici», spiega l’architetto Manoni.
«I due piani nobili hanno un doppio volume, sono alti dodici metri e si possono benissimo sfruttare soppalchi con stralli che non toccano le pareti ma lasciano la possibilità di vedere l’ambiente originale. Sono come dei ponti sospesi che permettono nuovi spazi espositivi. In altri ambienti minori si potrebbe intervenire con il cartongesso per suddividere gli spazi e creare nuove sale a seconda delle esigenze. Il costo? Certo, può sembrare elevato, ma qui parliamo di un progetto dai notevoli risvolti per la comunità. E se pensiamo che per aprire e chiudere il famigerato “buco” sono stati spesi 46 milioni di euro, i fondi si possono di sicuro trovare in vario modo».
Dall’autunno scorso il Comune sta già intervenendo con i restauri dell’ex Casinò, e in questi giorni sono ben visibili le impalcature sulle facciate esterne. Per Carlo Montanaro l’occasione è da non perdere. «L’idea vincente è poter vivere questo spazio tutti mesi dell’anno», osserva il giornalista e scrittore veneziano.
«La natura dell’immobile non verrebbe modificata, ma si avrebbe uno strumento fondamentale per la cultura cinematografica internazionale. Pensiamo solo a tutto il materiale dell’Archivio delle arti contemporanee della Biennale, alle collaborazioni che si potrebbero instaurare con le realtà del mondo cinematografico, i seminari con registi e attori rivolti agli studenti universitari. Ma pure a tutto ciò che si potrebbe esporre. Si può rivitalizzare il Lido e concentrare nell’ex Casinò anche il mercato del cinema durante il festival, senza dover costruire ogni anno tensostrutture nel parco che ha coperto il buco in Lungomare Marconi».
E ancora: «In un solo contenitore potrebbero interagire persone, scuole e università a livello internazionale. Di materiale per riempire sale e pareti ce n’è in abbondanza. Ora sta a Biennale e Comune dire la loro. Per i fondi ci sono anche i privati e i bandi europei, ma il progetto lo abbiamo già».
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