Venezia, motoscafo del GiraCittà speronato da un lancione

Ieri pomeriggio all’imbocco del rio di Cannaregio. Vetri in frantumi e tanta paura Solo due contusi nel mezzo turistico. I piloti: «Situazione sempre più pericolosa» 

VENEZIA. Un lancione Gran Turismo sperona un motoscafo Actv. Vetri in frantumi, urla e paura. Per fortuna nessun ferito importante. Illesi i passeggeri del motoscafo, due contusi a bordo del lancione. Incidente che poteva avere gravi conseguenze ieri pomeriggio intorno alle 15.30. Il mezzo del GiraCittà (linea 5.1) in servio dal Lido a piazzale Roma stava compiendo come di consueto la manovra per imboccare il rio di Cannaregio. Ha rallentato l’andatura e quando era quasi entrato in canale è stato violentemente urtato da un lancione Gran Turismo che proveniva da San Giuliano, diretto all’ormeggio dei Tre Archi. Un botto, e i vetri dell’ultimo finestrino di poppa, lato di dritta che vanno in frantumi. Paura a bordo. «Non mi era mai successo...» commenta un aderente al gruppo «Sciopero dell’abbonamento».

Chiara la responsabilità del mezzo Gran Turismo, che non ha rispettato la precedenza. E la polemica si riaccende. «Lavoriamo in condizioni di pericolo, ogni giorno di più», commenta il pilota di un motoscafo passato sul luogo pochi minuti dopo l’incidente, «ormai siamo noi che diamo fastidio». L’invasione dei Gran Turismo in laguna e dei taxi in Canal Grande provoca spesso situazioni di tensione. E di pericolo.


Onde alte a Sant’Elena, dove da tempo il Comune ha promesso interventi di vigilanza. Al momento della «curva» davanti al Diporto velico, i motoscafi Actv hanno qualche problema a mantenere rotta e velocità. «Dobbiamo rallentare per evitare onde all’interno dei mezzi», dicono.

Altra denuncia riguarda la situazione critica di Ca’ di Dio. Qui i Gran Turismo imbarcano a decine migliaia di turisti ogni ora. Sfruttando gli ormeggi di Avm, ma anche le cavane dell’Actv. «Appena ci spostiamo le cavane vengono subito occupate», dice il pilota. Indice puntato contro il traffico selvaggio. Che rende gli incidenti, fino a pochi anni fa quasi inesistenti, sempre più frequenti. Non è soltanto il numero delle barche, ormai troppo elevato rispetto alla «capacità di carico» della laguna. Ma anche le onde che non consentono manovre in tranquillità. Onde dovute alla velocità dei mezzi.

Un’estate da dimenticare, nonostante gli annunci dati dal Comune. Ma il progetto «Onda zero», annunciato dal sindaco Brugnaro a inizio stagione, funziona solo in bacino San Marco, davanti al Molo. Dove stazione per tutto il giorno una barca dei vigili o una barca di Actv.

Ma anche qui i piloti hanno qualcosa da dire.

«L’ordinanza che vieta il passaggio sotto riva, andando invece al di là della boa davanti al Molo», continua il pilota, «vale solo per Actv? Tutti gli altri passano tranquillamente all’interno». I rimedi agli incidenti sempre più numerosi – quello di ieri per fortuna senza gravi conseguenze – sono abbastanza semplici. Controlli continui con telecamere e Gps. Educazione ad andare in laguna. Dove l’andatura – al di là dei limiti di velocità – deve essere sempre tale da non produrre onde e da rispettare le barche che si incrociano. E un nuovo Piano del traffico che possa limitare l’invasione dei motoscafi turistici.
 

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