Venezia, morto in barchino: la verità in un video
Un video registrato dalla videosorveglianza di un privato a 150 metri dal tratto di laguna delle Saline di Treporti percorso dal barchino da gara “Manta” del 49enne veneziano, Alessandro Tonini, e un testimone chiave da un mezzo Actv potrebbero essere decisivi per ricostruire la velocità d’impatto con l’acqua che domenica scorsa è stata fatale al carpentiere di Cannaregio.
Nonostante le testimonianze già acquisite, per i militari della Capitaneria di porto di Jesolo e Cavallino-Treporti incaricati di redigere la preliminare ricostruzione della dinamica, è ancora impossibile stimare la velocità reale del barchino da gara al momento del ribaltamento del perché mancano elementi di comparazione attendibili. «Sfortunatamente gli esercizi pubblici affacciati sulla laguna non dispongono di telecamere» spiega il tenente di vascello Luigi Tricarico, comandante della Guardia Costiera del litorale «mentre siamo stati più fortunati con il sistema di videosorveglianza di un privato al quale abbiamo fatto richiesta di acquisizione del video riferito al momento dell’incidente. Se sarà possibile estrapolare il video che ritragga anche per pochi istanti il passaggio del barchino, mezzo che normalmente può raggiungere i 50-60 nodi, potremmo ricostruire la velocità del mezzo con meno approssimazione attraverso la comparazione di elementi a terra in base alla profondità del campo d’immagine».
Nel frattempo la morte dell’appassionato di diportismo sportivo per quanto dichiarato dalla relazione del Suem 118, non è avvenuta sul colpo per le lesioni nell’impatto, ma è arrivata poco dopo per annegamento in quanto il corpo di Tonini presentava tutti i sintomi evidenti dell’asfissia subacquea. «Inoltre» aggiunge il tenente di vascello Tricarico «dall’analisi del barchino Manta recuperato dai vigili del fuoco di Venezia sembrerebbe che l’unità abbia impattato in acqua con il lato destro dello scafo con l’acqua, forse a seguito di un’onda che fatto da trampolino, considerando che il lato a dritta del mezzo presenta danni da compressione evidenti mentre il lato a manca è pressoché integro. Il ribaltamento sarebbe stato causato dal maggiore attrito con l’acqua per il parziale affondamento del lato destro dello scafo».
«Infine dobbiamo ancora ascoltare una testimonianza preziosa di chi ha visto tutta la scena del ribaltamento» conclude Tricarico «si tratta di un comandante di un mezzo Actv che consideriamo testimone particolarmente attendibile confidando che ci fornisca elementi utili a chiarire la dinamica dell’incidente per la sua esperienza di navigazione e le indubbie conoscenze nautiche utili a valutare velocità e traiettoria del barchino».
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