Venezia minacciata dall’innalzamento dei mari: Il National Geographic descrive il futuro
VENEZIA. Venezia da salvare dai cambiamenti climatici. «E se si salva Venezia si salvano le città costiere di tutto il mondo». Si intitola “Venezia:il futuro del pianeta” il documentario che il canale di National Geographic propone sul canale sulla piattaforma Sky (il canale 403) lunedì 14 dicembre alle 20.55.
Il documentario, prodotto dalla società romana DocLab, racconta il lavoro degli scienziati che hanno fatto di Venezia un grande laboratorio a cielo aperto dove capire e misurare l’effetto dei cambiamenti climatici sul pianeta e mettere a punto soluzioni capaci di salvare Venezia e con lei, le altre città costiere del mondo minacciate dall’innalzamento del livello degli oceani. Perché come era già stato evidenziato dai ricercatori in occasione dell’acqua alta del novembre 2019 quello che sta vivendo Venezia è un problema globale: dovuto allo scioglimento dei ghiacci e al riscaldamento globale.
Dal Novecento ad oggi il mare Adriatico si è innalzato di quindici centimetri. Più di 5mila chilometri quadrati, una superficie paragonabile alla Liguria, secondo uno studio dell’Enea da qui al 2100 rischiano di finire sott’acqua per l’innalzamento dei mari.
Entro il 2050 le temperature medie aumenteranno di due gradi, le piogge diminuiranno ma saranno più intense, d’inverno saranno rari i giorni con temperature sotto zero ma saranno molte le giornate con temperature sopra i 29 gradi. E le aree costiere subiranno gli aumenti di temperature (1,30 gradi nel mar Jonio, Tirreno e Ligure, 1,6 nell’Adriatico). Con più erosione: oltre 1800 chilometri, più del 21%. Scenari apocalittici, certo, ma reali perché frutto di ricerche che oramai governi e politici non possono più sottovalutare.
Dalla terribile notte dell’Acqua granda, di novembre, il documentario fa parlare i ricercatori del Cnr e gli studiosi stranieri che si occapano della crisi ambientale, vedendola dal laboratorio di Venezia.
Parlano, tra gli altri, l’edicolante Valter Mutti, che quella notte vide mangiata dalla marea la sua edicola, i tecnici del Centro Maree del Comune e quelli che hanno il 3 ottobre, messo in funzione per la prima volta il Mose, di nuovo al centro delle polemiche in questi giorni. Situazione che ribadisce che Venezia non è ancora salva, anzi.
Proprio per l’attualità della situazione climatica, con i suoi cambiamenti sempre più veloci, il documentario del National Geographic diventa un importante documento che conferma i timori di ricercatori, e cittadini, per la tutela di Venezia. E fa impressione, davvero, l’animazione che mostra cosa potrebbe accadere nel 2100: l’acqua così alta da raggiungere quasi la cima del campanile di San Marco. Un incubo, che abbiamo la responsabilità di non far avverare. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia