Venezia: l’invasione pacifica di gechi e meduse

L’erpetologo: «Arrivano con le navi, trovano un clima ideale si spostano tra le isole attraverso i fili, o nuotando nei canali»    

LIDO. È invasione di gechi in centro storico e di meduse al Lido. I primi avvistamenti dei piccoli rettili – cugini lontani delle lucertole – risalgono agli anni’80 presso la località Terre Perse al Lido. «Ora la specie si trova in tutta la città e la sua presenza, in aumento, è confermata dal costante rinvenimento di individui, anche giovani. I siti di irradiazione sono stati la stazione ferroviaria e marittima con il trasporto di merci, tra queste il legname. Di recente sono stati avvistati nella stazione ferrroviaria di Mestre».



Ad affermarlo è Nicola Novarini, erpetologo del Museo di Storia Naturale, che aggiunge: «Altre segnalazioni si registrano nell’isola di San Giorgio Maggiore, in Riva degli Schiavoni, all’Arsenale. Le più recenti sono quelle alle Zattere, in campo Santa Marina aggrappati ai lampioni, a San Stae».

Un popolamento di gechi comuni esiste anche vicino al Museo di Storia Naturale derivato da esemplari rinvenuti in altre zone della città successivamente rilasciati nel cortile dell’edificio.

L’erpetologo spiega che i gechi si diffondono in Venezia, da un’isola all’altra, superando barriere come i canali. «Gli spostamenti avvengono attraverso i ponti e i cavi tesi, probabilmente nuotando per brevi tratti in seguito a caduta accidentale in acqua».

Molte persone li catturano in Sud Italia, da dove provengono, e li liberano nei giardini o nelle terrazze per eliminare le zanzare. Sull’argomento l’erpetologo avvisa: «È bene non farlo; non trasportateli».

Non solo gechi. È invasione anche di meduse giganti sulla spiaggia del Lido, in particolare nella zona A, San Nicolò, Ospedale al mare. Questa specie con bordi blu/violetto è la più grande del Mediterraneo e ha una massa che raggiunge i 5 chilogrammi. «Domenica scorsa era pieno anche in mare vicino alla lunata del Lido», conferma Luca Mizzan, responsabile del Museo di Storia Naturale, che raccomanda: «Quando viene addosso può solo spaventare la massa ma per l’uomo c’è una bassa pericolosità. Dopo averle toccate o manipolate non mettetevi le dita sugli occhi e sulla bocca».

Queste meduse, dette polmoni di mare, sono innocue perché non hanno cellule urticanti. «Il loro muco che dà una sensazione di unto è irritante. È sufficiente pulirsi le mani anche solo con la sabbia. Esistono meduse urticanti ma non sono queste. Vanno con la corrente, la marea le trascina in laguna. Le avremo per tutta l’estate. Nel 2016 abbiamo registrato una medusa new entry.

Il Museo continuerà a monitorare la situazione, al momento non si presentano motivi di preoccupazione, almeno dal punto di vista della balneazione». Infine il direttore spiega che le meduse stanno aumentando nel globo: «Il fenomeno di proliferazione è abnorme, sta avvenendo su scala planetaria nelle acque calde, tropicali, temperate. Tra le cause: l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la pesca che ha tolto intere popolazioni che avevano un ruolo preciso nella regolazione degli equilibri».
 

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