Venezia, l’ex Orto botanico è ormai una discarica

L’area già dell’Enel a San Giobbe abbandonata al degrado, doveva ospitare un complesso immobiliare e un parco pubblico
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 24.02.2016.- Area ex enel, San Giobbe. abbandono e degrado. zona centrale elettrica.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 24.02.2016.- Area ex enel, San Giobbe. abbandono e degrado. zona centrale elettrica.

VENEZIA. Continua a essere un monumento permanente al degrado e alla desolazione l’area ex Enel di San Giobbe - già storico Regio Orto botanico cittadino in epoca ottocentesca, e quindi destinato a fabbrica di siluri, prima dell’arrivo della società elettrica che vi aveva realizzato impianti sportivi per i suoi dipendenti - adiacente all’omonima chiesa, a due passi dalla Stazione ferroviaria di Santa Lucia e dal polo universitario di Economia di Ca’ Foscari.

Un’area enorme, che doveva essere di fatto restituita alla città con la realizzazione nella zona di un complesso immobiliare di 130 appartamenti - di cui il 10 per cento da destinare all’edilizia residenziale pubblica - con un parco pubblico e un edificio da riservare al Comune per ospitare, nelle intenzioni una scuola.

Ma nulla di questo è avvenuto, passano gli anni e quest’area un tempo magnifica e ricca di essenze, che ospitava anche il centro sportivo del dopolavoro dell’Enel, con campi da tennis e da calcetto, è ormai usata solo come discarica e come rifugio temporaneo di sbandati, con i residenti della zona che continuano inutilmente a lamentarsi senza trovare un interlocutore. Molti anni fa l’Enel - che ha nella zona adiacente anche la principale centrale elettrica cittadina, ancora funzionante - aveva venduto l’ex Orto Botanico a una società milanese dell’imprenditore calabrese Giuseppe Malaspina, la San Giobbe srl.

L’accordo raggiunto anche con il Comune per consentire il cambio di destinazione d’uso ai fini residenziali, era però legato alla realizzazione del progetto di nuova edificazione elaborato da un gruppo di architetti (De Poli, Marangon e Baldo, che prevedeva anche il mantenimento dell’area verde esistente, creando anche un bar-ristorante riservato ai cittadini. Un progetto rimasto solo nella carta, perché la bonifica realizzata solo quattro anni fa, ha di fatto distrutto ciò che rimaneva dell’originale impianto a verde, oltre a demolire il centro sportivo. La San Giobbe srl di Malaspina era però risultata insolvente nei confronti delle ditte che avevano eseguito la bonifiche.

Interpress/M.Tagliapietra Venezia 24.02.2016.- Area ex enel, San Giobbe. abbandono e degrado. zona impianti sportivi.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 24.02.2016.- Area ex enel, San Giobbe. abbandono e degrado. zona impianti sportivi.

I passaggi successivi sulla proprietà dell’area si fanno nebulosi. Una visura catastale la attribuisce alla Ideo srl, altra società del gruppo Malaspina, ma in liquidazione, ma con una procedura fallimentare aperta e fa riferimento a un processo di fusione con la Gimal 2 srl, altra società che graviterebbe sempre nell’orbita dell’imprenditore originario di Montebello Jonico (Reggio Calabria) con qualche precedente penale. Malaspina è tra l’altro proprietario a Venezia con la Gimal anche del cinque stelle di lusso Ca’ Sagredo.

Ma in tutto questo vorticoso giro di aziende, non c’è spazio, evidentemente, per il recupero dell’area ex Enel, pur diventata strategica all’interno della città, visto che è vicino ad essa che sorgerà il nuovo Ponte delle Vacche destinato a collegare direttamente il polo di San Giobbe alla Stazione ferroviaria. Ma sembra che la cosa non interessi a nessuno - né alla proprietà, né al Comune che pure aveva fissato condizioni vincolanti per il suo riuso. E così l’ex Orto botanico, con il vicino canale, è diventato una comoda discarica abusiva per chi vuole liberarsi in tranquillità di materiali edili o di rifiuti e un fertile terrano di pascolo per le pantegane che qui scorrazzano libere e felici, tra l’erba ingiallita e le piante rinsecchite.

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