Venezia, le prove del Mose: si alzano le paratoie La contestazione: «Non c'è nulla da festeggiare»
VENEZIA. Alle 15 circa la prima paratoia del Mose, il sistema di dighe mobili per la salvaguardia della laguna di Venezia, si è alzata dal fondo della bocca di porto di Treporti dove sono già alloggiate 4 delle 78 paratoie che costituiscono il Mose. L’evento, organizzato dal Consorzio Venezia Nuova, unico concessionario dei lavori, è avvenuto di fronte ad autorità, giornalisti e operatori televisivi in un contesto metereologico ottimo: cielo limpido, acqua piatta. Presente il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi.
La prima paratoia ad emergere dall’acqua è stata la numero 7. Poi, a sette minuti circa una dall’altra, la 6, la 5 e la 4. Per far salire una paratoia, come ha spiegato il direttore generale del Consorzio Venezia Nuova Hermes Redi, ci vogliono circa 10 minuti: nella paratoia viene insufflata aria compressa per farla emergere. Tutte le operazioni vengono coordinate da un centro operativo all’Arsenale, attivo già da due anni, in grado di fornire previsioni utili per l’azionamento del Mose con tre giorni di anticipo.
Lupi: "Completamento obiettivo tassativo". «L'obiettivo tassativo è il completamento dell'opera entro il 2016». Lo ha detto il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi che ha garantito che ci saranno i fondi necessari alla conclusione dei lavori per la fase in realizzazione del sistema Mose per la salvaguardia dalle acque alte di Venezia e della sua laguna.
«Nella prossima Legge di stabilità ci saranno le risorse per continuare i lavori», ha assicurato Lupi. «Reintegreremo i 120 milioni di euro che ogni anno vengono stanziati per la salvaguardia di Venezia», ha detto Lupi. «In piu» ci saranno - ha aggiunto - anche le risorse che servono per fare andare i lavori fino al termine della realizzazione».
Lupi sulle grandi navi: "Entro ottobre la soluzione". Il ministro dei trasporti Maurizio Lupi, ha annunciato che entro le prossime due settimane sarà convocata la riunione per dare soluzione alla questione del passaggio delle grandi navi in Bacino San Marco, a Venezia. Lupi ha ricordato che la legge Clini-Passera prevede che le grandi navi non possano più passare in Bacino San Marco «il problema è attuarla». «Ci sono diverse proposte in campo - ha ricordato - e il governo deve assumersi la responsabilità di fare sintesi e prendere una decisione». Da qui la convocazione della riunione prevista in un primo tempo a inizio ottobre ma poi rinviata per le questioni che avevano investito il governo sul piano politico. Lupi ha detto che il governo vuole attuare la legge ma ha evidenziato anche che bisogna trovare una soluzione che metta assieme quanto previsto dalla Clini-Passera e la garanzia della continuazione del traffico crocieristico che è una grande risorsa per il Paese».
Zaia: "Per il Veneto una pietra miliare". «Oggi abbiamo messo una pietra miliare dopo 10 anni di cantieri». Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha commentato con soddisfazione la prima movimentazione di 4 paratoie del Mose, sistema di dighe mobili per la salvaguardia di Venezia. «L’opera - ha ricordato - è finanziata per l’87 per cento, manca circa un mld di euro che auspico il governo continui a stanziare i fondi. Il Mose funziona se è tutto finito, non è solo per salvaguardare Venezia, ma anche un esempio unico al mondo dell’eccellenza made in Italy. Per il territorio è un’occasione di crescita economica con ben 4000 addetti ai cantieri».
Il sindaco Orsoni: "Momento importante per la città". «È un momento importante per la città». Così il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni ha commentato l'attivazione delle prime quattro paratoie del Mose. «Penso - ha detto Orsoni - che sia certamente un momento molto importante ed emozionante. Ringrazio per primo il ministro Lupi per la sua presenza e per l'impegno manifestato per quest'opera, che è stata frutto di una collaborazione vasta di tante forze dell'imprenditoria e della politica italiana». «Per Venezia è certamente un momento di svolta - ha aggiunto - quest'opera cambierà in modo molto radicale il modo di approcciarsi alla città e alla sua laguna, che sono, è bene ricordarlo, una cosa sola. Il messaggio importante che va dato al mondo è che Venezia è una città viva e vitale, una città della contemporaneità. Quest'opera lo sta a dimostrando e sono grato al Governo attuale e a quelli che lo hanno preceduto per l'enorme sforzo che hanno fatto nell'interesse della città».
La presidente della Provincia: "Ingegneria trasmette emozioni". «Quando l'ingegneria riesce a trasmettere così grandi emozioni significa che un risultato importante è stato raggiunto». Lo ha detto Francesca Zaccariotto, Presidente della Provincia di Venezia, al termine della prima prova di utilizzo di quattro paratie mobili del sistema Mose per la difesa di Venezia e della sua laguna dall'acqua alta. «Una grande emozione - ha aggiunto Zaccariotto -, ma soprattutto soddisfazione perché l'opera è interamente frutto dell'intelligenza italiana. Un lavoro straordinario - ha concluso - anche per l'obiettivo altissimo di preservare Venezia e la sua laguna dal problema dell'acqua alta che rischia nel tempo di sommergere la nostra meravigliosa città e il suo patrimonio unico al mondo»
La storia del Mose. Il Mose è un’opera iniziata nel 2003 con la posa della prima pietra. Il Consorzio Venezia Nuova è l’ente che sta realizzando l’opera e che prevede di consegnarlo finito nel 2016, quindi lo stato di avanzamento dei lavori è attualmente pari all’80 per cento. Il costo del sistema Mose ammonta a 5493 milioni di euro (prezzo «chiuso» stabilito nel 2005), di cui 4934 milioni per il dispositivo di difesa e 559 necessari per compensazioni ambientali, il monitoraggio dei cantieri e le piattaforme informatiche. Lo Stato ha stanziato 4867 milioni di euro, ma ad oggi ne sono disponibili 3704. Il Consorzio Venezia Nuova, per permettere ai lavori di proseguire, ha fatto ricorso a rilevanti prestiti-ponte.
Redi: «Nessun dubbio che funzioni». «Non abbiamo dubbi sul fatto che le paratoie del Mose tengano il sistema». Lo assicura il direttore generale del Consorzio Venezia Nuova Hermes Redi che oggi ha illustrato a un centinaio di giornalisti la prima movimentazione reale di 4 paratoie del Mose. «Oggi - ha aggiunto - assisteremo per la prima volta a un comportamento di sistema. Non abbiamo dubbi sul funzionamento, sono 25 anni che studiamo su modelli di varie scale. L’esecuzione dei lavori smentisce ogni polemica, problemi dal punto vista progettuale non ne abbiamo».
La contestazione: «Nulla da festeggiare». Alle Zattere, all'imbarco del battello per giornalisti e operatori verso le Bocche di Porto del Lido, una decina di contestatori hanno tentato di imbarcarsi al grido di "La mafia è qui. Non c'è nulla da festeggiare". I contestatori, appartenenti al Laboratorio Morion e ai gruppi "No Mose" e "No Grandi Navi" hanno spiegato: "Sulle dighe mobili alle bocche di porto pesano inquietanti ipoteche: perché il Mose non è affatto preparato ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici, perché nessuno ha mai dato risposta ai dubbi sulla tenuta delle paratoie di fronte alla forza delle correnti, perché nessuno ha mai chiarito se le cerniere sono sicure e affidabili. E un nuovo "Vajont" su Venezia avrebbe conseguenze drammatiche".
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia