Venezia, le “mani” di Quinn via dal Canal Grande dal 30 aprile
VENEZIA. «Sarebbe bello che l’opera potesse rimanere a Venezia. Ne sarei molto contento».
Lorenzo Quinn, artista romano figlio del grande Anthony Quinn, commenta così la notizia che scaduta l’ultima proroga, la Soprintendenza ha inviato al Comune e all’hotel Sagredo di Santa Sofia l’ordine di rimozione delle sue grandi "Mani". A partire dal 30 aprile cominceranno i lavori di smontaggio della grande scultura – due mani bianche alte nove metri che escono dall’acqua e sorreggono il palazzo sul Canal Grande.
Si tratterà allora di trovare una collocazione all’opera, che andrà comunque ripulita dopo dodici mesi passati nell’acqua salsa della laguna. «Una richiesta fatta propria da Lorenza Lain, direttrice dell’hotel e amica di Quinn che aveva partecipato all’organizzazione dell’evento. Lunedì alle 17 al Sagredo è prevista la manifestazione «Mani-hands», dialogo in musica e immagini con Support nell’ambito di «Musica per il pianeta». Il tema è quello dell’ecologìa e della sostenibilità ambientale, particolarmente caro all’artista.
Ma tenere a Venezia la scultura, peraltro apprezzata da veneziani e turisti nella sua attuale collocazione, non sarà facile. «Siamo disponibili», dicono a Ca’ Farsetti, «ad agire d’intesa con la Soprintendenza. Ma servono luoghi adatti. E soprattutto non possiamo creare precedenti. Artisti bravi ce ne sono tanti al mondo, non possono esporre tutti in Canal Grande».
La storia di “Support” comincia poco più di un anno fa. Quando con la Biennale Arti Visive alle porte, l’artista romano propone al Comune l’installazione, che fa parte degli eventi collaterali della Biennale edizione 2017 Viva Arte Viva. Permesso provvisorio di installare l’opera in Canal Grande. Foto e video che fanno il giro del mondo. Alla scadenza dell’autorizzazione il Comune concede una proroga, poi un’altra ancora. Adesso l’ultimo termine scade il 30 aprile.
«Dovrà essere rimossa», ha scritto la soprintendente Carpani. Che fosse provvisoria lo si sapeva dall’inizio. Da quando, per ringraziare l’amministrazione della disponibilità, Quinn aveva donato al Comune un’opera importante, del valore di oltre un milione di euro, dal titolo “Stop playing”. Mani che giocano con una fionda e intendono dare l’ultimo avviso all’umanità per la salvaguardia del pianeta. Basta giocare. La scultura è stata adesso installata a Forte Marghera. E si prova a trovare una soluzione anche per le “Mani”. Intanto l’opera di Quinn viene richiesta anche da numerosi musei internazionali, come il Guggenheim di New York. Ci sono anche dei precedenti di sculture esposte per la Biennale e poi lasciate alla città. Come la mano in cemento di un artista cileno, oggi esposta al “Vega” di Marghera.
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