Venezia, le grandi navi attraccheranno temporaneamente a Marghera
VENEZIA. Al fine di tutelare un patrimonio storico-culturale non solo italiano ma del mondo intero, i ministri della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, della Cultura, Dario Franceschini, del Turismo, Massimo Garavaglia e delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, hanno concordato di dirottare in via temporanea il traffico delle grandi navi da Venezia verso Marghera. Lo si legge in una nota che spiega come, durante un incontro svoltosi oggi in videoconferenza, i quattro ministri abbiano inoltre deciso di lanciare «un concorso di idee per portare gli approdi fuori della laguna e risolvere in maniera strutturale e definitiva il problema del transito delle grandi navi a Venezia».
«Il nuovo governo nasce all’insegna della transizione ecologica e dello sviluppo consapevole e sostenibile. A Venezia le linee guida per il futuro della Città stanno andando nella direzione esattamente opposta: questo verrà evidenziato con un esempio e con le conseguenti proposte operative. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha deciso lo spostamento a lungo termine delle grandi navi da crociera fuori dalla Laguna di Venezia. Tuttavia, allo scopo di impedire il transito dei transatlantici davanti a San Marco, si sono individuate vie di accesso alternative da far percorre immediatamente, facendo passare i natanti lungo il Canale Malamocco-Marghera e attrezzando scali di breve-medio termine a Porto Marghera». Lo scrive la senatrice veneziana del MoVimento 5 Stelle Orietta Vanin, in un intervento rilanciato sul Blog di Beppe Grillo: «Soluzione più negativa non potrebbe esserci per due motivi: 1) la Laguna di Venezia viene trattata come un braccio di mare, quando ha una profondità media di 150 centimetri e gran parte della sua superficie ha una profondità di 50 (cinquanta) centimetri. Farvi transitare bisonti del mare da 90-100-150mila tonnellate, entro strettissimi corridoi acquei (canali), significa mettere in pericolo per sempre l’ecosistema della più importante zona umida europea (che solo per mancanza di coraggio politico non è stata ancora dichiarata Parco Nazionale); e non si tratta di sterili preoccupazioni di pochi ambientalisti: durante l’Acqua Granda del novembre 2019 si sono verificati micro-maremoti all’interno della Laguna le cui onde hanno riempito di sabbia intere isole (Lazzaretto Vecchio) e eroso le rive dei quartieri più meridionali della città (Giudecca); e con l’innalzamento del livello dei mari dovuto ai cambiamenti climatici la situazione è destinata a peggiorare; 2) così facendo si incentiva quella monocoltura turistica che prima della pandemia svuotava la città dei suoi abitanti (con la trasformazione delle case in residenze per turisti), e ora in epoca Covid sta creando crisi nera perché non ci sono fonti di reddito alternative». La senatrice avanza quindi diverse soluzioni tra cui quella di creare, con i fondi del Recovery Fund, «un progetto »Venezia - Laboratorio del III Millennio« che rappresenti anche un case study internazionale sui cambiamenti climatici».
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