Venezia, lavoro stagionale in crisi i bagnini i più ricercati
Allarme degli operatori turistici, mancano almeno duemila addetti sulla costa veneziana. «Colpa della Naspi che ha tagliato l’indennità di disoccupazione»

DE POLO - DINO TOMMASELLA - JESOLO - VEDUTE SPIAGGIA - PRENOTAZIONE SDRAI - SINDACO ZOGGIA - POSTO SOCCORSO E ALTANE BAGNINI
JESOLO. Fuga in massa dal turismo, gli stagionali scelgono altri lidi. Manca un migliaio di lavoratori solo tra Jesolo ed Eraclea Mare, poi a Cavallino Treporti, Bibione, Caorle, Sottomarina. Complessivamente per la piena stagione estiva 2017, fino alla metà di agosto, servirebbero tra le 2 e le 3 mila persone che sulla costa veneziana potrebbero ancora essere impiegate a rinforzare cucine di alberghi e ristoranti, poi a marciare sulle terrazze dei pubblici esercizi come camerieri, e ancora bagnini che sono diventati una rarità. Sono, per gli operatori, gli effetti della nuova Naspi, l’indennità di disoccupazione di fatto dimezzata, che ha spinto a una fuga dal turismo di queste specialità che hanno scelto da altri lidi sui quali investire. Sono partiti per la Spagna, e in particolare le Canarie, dove almeno il lavoro è garantito tutto l’anno, o hanno scelto ad esempio l’Inghilterra, che dopo la Brexit non dà però le stesse garanzie e certezze di un tempo. O vanno verso i tropici, si imbarcano nelle crociere, pur di trovare un lavoro sicuro e ben pagato tutto l’anno o quasi. La maggior parte però cerca un lavoro fisso. Un esercito di baristi, camerieri, cuochi, lavapiatti, commesse, che hanno pensato di investire altrove le loro professionalità. Non solo italiani, ma tanti bengalesi, rumeni e dei paesi dell’Est in genere.
Il presidente dell’Aja, associazione jesolana albergatori, Alessandro Rizzante, volge lo sguardo a Roma: «I nostri politici devono fare qualcosa prima che davvero non si trovino più lavoratori all’altezza del servizio». Gli fa eco il presidente di Federalberghi Veneto, Marco Michielli, che ha analizzato a fondo la questione. «Oggi trovare stagionali bravi e preparati è davvero difficile», spiega, «tanti arrivano in prova, poi non sono in grado di continuare. I migliori sono andati a lavorare all’estero, alle Canarie a esempio, dove il lavoro va avanti per più mesi dell’anno. Altri sono andati in Inghilterra. Politici e sindacalisti dovrebbero considerare un tavolo per risolvere i problemi emersi con la nuova Naspi».
A Jesolo la stagione garantisce lavoro a circa 6 o 7 mila addetti. Oggi potrebbero esserne assunti un migliaio tra le varie specializzazioni e in vista della pienissima stagione. Anche gli assistenti ai bagnanti, i famosi bagnini del salvataggio, sono una rarità. Ne mancano una decina sul litorale. «La Naspi», spiega il presidente dell’Aja Rizzante, «è un vero problema. Noi abbiamo una stagionalità corta, 2-3 mesi concentrati. Il resto dipende da tanti fattori e ci stiamo sforzando per l’allungamento stagionale. Ma certo un lavoratore, oggi, dei 6 mesi al massimo di lavoro stagionale potrà beneficiare della metà per la disoccupazione. Figuriamoci gli altri che lavorano due o tre mesi. Con queste premesse, tanti, forse i migliori hanno pensato o stanno pensando di andare all’estero o di cambiare lavoro».
Giovanni Cagnassi
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