Venezia, l’augurio degli islamici: «Buon Natale ai cristiani»

Messaggio di pace «agli uomini di buona volontà». Il presidente Amin Al Ahdab: «Un gesto semplice per contrastare l’ondata di odio»
Mohamed Amin Al Ahdab, presidente della comunità islamica veneziana
Mohamed Amin Al Ahdab, presidente della comunità islamica veneziana

VENEZIA. «Buon Natale e felice anno nuovo». Un augurio rivolto - anche attraverso l’acquisto di una pagina pubblicitaria su questo giornale - agli «uomini di buona volontà e specialmente ai fratelli cristiani» da quasi trenta comunità islamiche della Regione. Un messaggio di pace, di affetto e di amicizia per nulla banale né scontato, nato in seno alla Comunità islamica di Venezia e provincia e allargato alle comunità trevigiane, veronesi, padovane, vicentine e non solo, che hanno accettato l’invito di buon grado. Ancora una volta, le comunità venete e in particolare quella veneziana, tornano a mostrare la loro apertura.

«Vogliamo contrastare questa ondata di odio razziale», spiega il presidente della Comunità islamica di Venezia e provincia, Mohamed Amin Al Ahdab, «arrivare a chi ancora non ha capito che le religioni non c’entrano nulla con tutto quello che avviene e che è avvenuto, dimostrare anche a chi frullano idee balzane in testa o pensa che siamo differenti e diversi in qualche cosa, che noi ci vogliamo bene. Farci gli auguri reciproci ne è la prova, specialmente nella giornata di oggi, in cui celebriamo la nascita di Maometto, un giorno, anche per noi, di gioia».

Quale il modo migliore per farlo? Tendendo la mano e abbracciando, metaforicamente, chiunque festeggi il Natale. «È un gesto pensato per tutta la città, per tutta la Regione, un gesto a cui la gente non è abituata, ma che crea un precedente». Il motto: «Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te», i musulmani lo prendono alla lettera. «I giornali trasmettono solo brutte notizie, noi volevamo divulgarne una bella, arrivare in tutte le case in modo amichevole, rispettoso, da fratelli. Sono sicuro che diverse altre comunità che non siamo riusciti a raggiungere in tempo avrebbero voluto unirsi».

L’intestazione è in arabo, perché così possono capire i turisti, gli arabi cristiani, i profughi che abitano nel nostro territorio. Chiarisce Amin: «Poi c’è un versetto del Corano che parla dell’Annunciazione di Maria e della nascita di Gesù e in nome di Gesù gli auguri di tutti i musulmani del Veneto agli uomini di buona volontà e specialmente ai fratelli cristiani. Buon Natale e Felice Anno Nuovo pregando Iddio affinchè regni la pace e la misericordia in ogni parte del mondo». Spiega: «A volte sono i gesti semplici che ci fanno capire la vicinanza del collega, dell’amico, del vicino di casa, noi abbiamo voluto fare lo stesso. Ricordo che in Siria le scuole e gli uffici chiudono sia per la festa del Ramadan che a Natale per consentire a tutti di partecipare. Piccoli gesti, che fanno piacere». E anche alla comunità islamica farebbe piacere, come avviene in molti Paesi del mondo, che lo scambio fosse reciproco. «Noi facciamo il primo passo e speriamo che divenga un’abitudine consolidata per tutti gli anni a venire e per tutte le feste. Manca a tutti la serenità che c’era una volta e speriamo che torni».

«Questo», conclude, «è il nostro modo di diffondere la pace con un saluto, un sorriso, un clima di fratellanza. Del resto il senso del Natale è la vittoria del bene sul male. E questo a Venezia vale ancora di più, dove l’umanità è stata ferita per quanto accaduto a Valeria Solesin: il nostro è un augurio a riprendere la vita bella di tutti i giorni. Farci non solo le condoglianze, ma anche gli auguri».

Le discussioni su alberi di Natale e presepe, la comunità veneziana non le prende neanche in considerazione. «Sono cose per chi vuole litigare e per chi non conosce le religioni».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia