Venezia, l’acqua danneggia cinquemila volumi all'Accademia

La pioggia è penetrata dal tetto la settimana scorsa, nonostante i restauri dell’istituto risalgano ad appena 10 anni fa

VENEZIA. Cinquemila volumi dell’Accademia di Belle Arti di Venezia sono stati irrimediabilmente danneggiati.

È stata l’acqua, questa volta quella venuta dall’alto. Nella notte tra il 9 e il 10 settembre scorsi si è scatenata una bomba d’acqua staccando dal tetto una guaina e la conversa di rame. L’acqua si è infiltrata in un punto delicato. È scesa giù passando per il primo piano dove si trova l’aula del direttore dell’Accademia e professore di pittura, Carlo Di Raco. Poi ancora giù, ha attraversato il controsoffitto e ha invaso il piano terra. Lungo il suo percorso ha allagato tutto, gli scaffali blindati e i libri catalogati. A Venezia ancora una volta a faccia a faccia con l’acqua.

Sgomento, dolore ed emozione si rincorrono nell’Accademia di Belle Arti. I professori, studenti, personale commentano: «È un grande disastro». A prendere la parola, e le decisioni, tocca al presidente Luigino Rossi: «I volumi compromessi sono cinquemila. Tra questi un centinaio sono antichi. Sono quelli della collezione Elena Bassi. In dotazione ne abbiamo diciottomila. Il danno ammonta a circa 250 mila euro». L’enorme edificio era stato restaurato radicalmente con i fondi del Gioco del Lotto nel 2003 dal Ministero per i Beni e le attività culturali. Dal 2004 ha sede l’Accademia di Belle Arti ed ha una continua manutenzione ordinaria. Il presidente si guarda attorno e spiega: «Spesso ci sono sorprese, piccole crepe, si staccano intonaci. Noi provvediamo subito. Bisogna verificare di chi è la competenza. È del Demanio, quindi Stato, o del Comune?». Nel frattempo Luigino Rossi non guarda in faccia nessuno.

Il presidente alcune decisioni le ha già prese. Ha acquistato dei deumidificatori: «Qui c’è una forte umidità che supera il 75%. I libri soffrono e si formano le muffe. Una situazione ideale potrebbe essere un’umidità pari al 50%».

Lo sguardo va alla distesa di libri bagnati. Li tocca, li apre con delicatezza, si rivolge al consulente tecnico, l’ingegner Francesco Mattiazzo: «Dobbiamo fare presto. Se piove ancora qui sarà un disastro. Non mi interessano né leggi, né regolamenti o altro. Il fatto è eccezionale. Dobbiamo procedere a mettere in sicurezza l’edificio. Occorrono guaine di protezione, è necessario rompere il muro. Fate presto». Poi si valuteranno le cause. «La perdita dei libri è notevole. Chiederemo a tutti, professori, studenti, collezionisti una copia per ricostituire la biblioteca. Non è il fondo storico quello perduto ma quello dal 1850. Per poterlo riavere pagheremo anche il giusto».

Il responsabile della biblioteca, professor Franco Tagliapietra racconta la dinamica: «Lo scorso mercoledì la Cooperativa Costruendo, aprendo la porta della biblioteca, si è trovata in mezzo all’acqua e altra che scendeva dal soffitto. Una catastrofe. Siamo accorsi tutti. Ora dovremo preparare un inventario. La Biblioteca Marciana e la Regione Veneto hanno subito inviato personale specializzato dando suggerimenti preziosi». «Sono duecentocinquanta metri lineari di libri», aggiunge la responsabile Laura Giacomini. Impressionata anche Martina Carraro, ricercatrice dello Iuav: «Informerò l’Istituto e il rettore Restucci. Tutti i dobbiamo metterci a disposizione».

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