Venezia, la Madonna del Bellini perde i pezzi
VENEZIA. «Bellini restituito», ma solo per pochi mesi e in condizioni diventate presto imbarazzanti.
La gigantografia ancora campeggia all’ingresso del Museo Diocesano per salutare la presenza della “Madonna in Gloria con otto santi” di Giovanni Bellini, capolavoro del pittore rinascimentale, dipinto originariamente collocato nella chiesa di San Pietro di Murano e restituito dopo un lungo periodo di permanenza nei depositi delle Gallerie dell'Accademia per il restauro eseguito dai tecnici della Soprintendenza veneziana che ha reso i colori originali di un dipinto che ha sofferto molti problemi conservativi.
La grande pala lignea - che ha aperto nell’ottobre scorso le celebrazioni belliniane per i 500 anni dalla morte dell’artista - in realtà è ancora lì. Ma non più esposta al pubblico, ma confinata in soffitta e messa a terra, perché la pellicola pittorica ha iniziato letteralmente a staccarsi dal dipinto in più punti, nonostante il recente restauro.
La visita rivelatrice. Nessuno però ha comunicato nulla del ritiro e delle lacerazioni pittoriche. Solo in questi giorni un breve messaggio in inglese all’esterno del museo avverte che la pala del Bellini non è più visibile e il banner che invece la pubblicizza sarà presto rimosso. Ad accorgersi della situazione è stato, pochi giorni fa, Riccardo Beverari, un visitatore venuto apposta da Verona per vedere il dipinto. Dopo molte insistenze è riuscito a farsi portare dove è il dipinto per constatarne le gravi condizioni di conservazione, documentate dalle sue fotografie, che pubblichiamo in questa pagina.
La spiegazione. Non nega il problema il direttore del Polo Museale del Veneto - che ha lanciato le celebrazioni belliniane - Daniele Ferrara. «Si è verificato un fatto molto spiacevole, ma che può talvolta accadere con una pala lignea» spiega «E cioè che il clima particolarmente secco provochi uno “sbalzo” climatico che rende le fibre di legno anch’esse più secche e provoca dunque repentinamente i distacchi pittorici proprio là dove l’opera è stata restaurata. Può accadere anche se un’opera è stata restaurata di recente, come questa, ma è particolarmente delicata. Avevamo predisposto un lungo monitoraggio anche in vista della sua ricollocazione nella chiesa di Murano, ma è chiaro che ora si dovrà intervenire nuovamente, anche con la collaborazione dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, chiamato dal Museo Diocesano».
Restauratori fiorentini. Saranno dunque i restauratori fiorentini e non più quelli veneziani a cercare di riparare il danno, come conferma anche il direttore del Museo Diocesano Don Gianmatteo Caputo. «L’esposizione della pala del Bellini qui al Museo Diocesano era anche un esperimento per valutare come avrebbe potuto reggere in vista della ricollocazione definitiva nella chiesa di San Pietro di Murano. Purtroppo i distacchi hanno dimostrato che almeno per il momento questo non è possibile. Per mesi non c’è stato alcun problema, poi improvvisamente la Pala è collassata nel giro di pochi giorni. Non abbiamo detto nulla, perché aspettavamo di decidere le modalità del nuovo intervento per annunciarle. Sarà l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze a occuparsi del consolidamento e del restauro, speriamo definitivo, in pieno accordo con la Soprintendenza veneziana. Abbiamo già trovato uno sponsor che garantirà i costi dell’intervento. Non appena le fibre di legno si saranno distese».
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