Vaporetto investito dal lancione a Natale: indagati i comandanti dei mezzi
L’inchiesta per pericolo di naufragio colposo. Per disporre una consulenza per ricostruire le cause del sinistro, il pm Petroni ha iscritto il pilota Actv e quello dell’Osvaldo
Il pubblico ministero Andrea Petroni ha deciso di vederci chiaro sulla dinamica del pauroso incidente che, a dicembre, ha visto scontrarsi un vaporetto Actv e una motonave turistica privata.
Risultato: battello sventrato e i vetri in frantumi, dopo essere stato colpito dalla prua della grande imbarcazione. Per affidare la consulenza tecnica - quale atto dovuto - il pm ha così deciso di iscrivere a registro degli indagati oltre al comandante dell’Osvaldo (subito indagato), anche il pilota del vaporetto.
L’ipotesi d’accusa è la violazione dell’articolo 450 del codice penale, ovvero, “Delitti colposi di pericolo”, che prevede che «chiunque, con la propria azione od omissione colposa, fa sorgere o persistere il pericolo (...) di un naufragio, o della sommersione di una nave, è punito con la reclusione fino a due anni».
In questo caso, il battello non solo ha avuto la fiancata che si è staccata dal tetto, ma è rollato pericolosamente su una fiancata, prima di rimettersi in asse. E ci sono stati sei passeggeri feriti.
Di chi è stata la responsabilità dell’incidente? Del comandante della barca da turismo che ha investito di prua il battello (come se non lo avesse cisto e quasi senza subire danni), del comandante del vaporetto Actv (che davanti all’arrivo del mezzo ha mantenuto la sua rotta, senza cercare di evitarlo di fronte al pericolo, pur avendo la precedenza), c’è stata una commistione di colpa o si è trattato di una fatalità?
A queste domande dovrà rispondere il contrammiraglio Lucio Borniotto, scelto dal pubblico ministero Petroni come proprio consulente, dopo le prime indagini svolte dalla Capitaneria di Porto. I difensori del comandante della motonave turistica privata - gli avvocati Augusto Palese e Davide Vianello Viganò - hanno già conferito incarico di parte all’esperto nautico Alfonso Morisieri di Venezia.Il difensore del comandante del vaporetto, l’avvocato Marco Vianello, nominerà a sua volta un proprio consulente di parte: «Vedremo finalmente come si sono svolti i fatti, auspicando anche un celere risarcimento alle vittime», dice il legale.
All’ipotesi di reato di pericolo di naufragio colposo, si potrebbero aggiungere le accuse di lesioni, che però devono essere attivate dalle sei persone rimaste ferite, con una propria denuncia (come prevede la Riforma Cartabia).
L’udienza per il conferimento dell'incarico è fissata per il 20 gennaio. «Al di là dei doverosi accertamenti in corso, fiduciosi nel lavoro della magistratura», dice l’avvocato Palese, «insisteremo affinché le Compagnie di assicurazioni coinvolte risarciscano i feriti, adempiendo anche alla loro funzione sociale».
L’incidente nautico si era consumato intorno a mezzogiorno, a breve distanza dall’imbarcadero Actv di Sant’Elena, con il vaporetto carico di passeggeri partiti dal Lido. Il granturismo invece aveva a bordo solo il comandante e il marinaio, diretto a punta Sabbioni. La prua della “Osvaldo” ha impattato contro la fiancata sinistra del mezzo Actv, nel silenzio: nessuno dei due equipaggi ha messo mano alla tromba d’allerta.
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