Venezia, immediato controllo della polizia locale nel primo "cannabis store". Scatta il sequestro

VENEZIA. Nemmeno il tempo di aprire. Con estrema rapidità a soli due giorni lavorativi dall'inaugurazione i vigili urbani del comando polizia municipale di Venezia si sono presentati in forze al "Cannabis store Amsterdam", il primo negozio di prodotti con la cannabis "light" (cioè senza potere psicotropo) aperto a Venezia in Strada Nova. Alla fine è pure scattato il sequestro motivato da "carenze igienico-sanitarie"
Il negozio vende t-shirt, felpe, tutto con una foglia di marijuana stampata. Per gli amanti dei dolci non mancano biscotti, caramelle o muffin aromatizzati alla marijuana. Ci sono anche foglie di cannabis essiccate. Il principio attivo rilassante è presente (si chiama cannabidiolo), quello che manca è il principio attivo psicotropo (si chiama tetraidrocannabinolo o Thc). Su tutti i prodotti c'è il cartello che certifica un valore di Thc inferiore allo 0,6%, valore massimo stabilito dalla legge italiana.
Quindi tutto è legale, ma il "Comitato Marco Polo", un gruppo fondato da Luigi Corò, un politico mestrino originario del miranese ex assessore e consigliere comunale nel suo paese per il Msi e poi An, ha presentato un esposto. In questo documento Corò scrive testualmente: "esposto nonché atto d'indignazione per la presenza a Venezia di un negozio che commercializza liberamente cannabis essiccata e semi per la coltivazione". Corò sostiene di combattere sempre per la legalità, "e me la prendo sempre sui denti", spiega, "ma non ho paura di dire quello che penso e il nostro comitato è sempre presente sul territorio".
Lo ha spedito a Comune e vigili urbani dopo l'apertura, avvenuta sabato, 27 gennaio e, con una solerzia che dà certamente lustro alla città e che molti veneziani auspicano si dimostri più spesso, Il Comune ha immediatamente reagito. Al punto che martedì 30 una pattuglia di vigili urbani ha eseguito un controllo molto accurato nel negozio.
Un nutrito gruppo di vigili, in borghese e in divisa (dalle immagini almeno sette), ha di fatto occupato il negozio, controllando i prodotti uno a uno, facendo misurazioni dei locali (una cosa che ha stupito non poco i veneziani che passavano davanti e che hanno bene a mente i banchetti a Rialto o San Marco), scattando foto ed eseguendo videoriprese agli oggetti esposti.
Almeno sette, dunque, gli agenti in azione: una dimostrazione "muscolare" sul fatto che in realtà a quanto pare gli agenti del corpo non mancano, come già dimostrato in altro occasioni. A molti è venuta in mente l'operazione "Gatto", con cui otto agenti del servizio sicurezza urbana della polizia locale, fu mandato a cercare il micio di casa scomparso al consigliere comunale di maggioranza Matteo Senno, "operazione" che venne coordinata dal commissario capo del servizio "Sicurezza urbana", Gianni Franzoi.
Stupiti i clienti, di tutte le età, che vedono in questi negozi un primo passo per la cultura della legalizzazione di alcuni tipi di cannabis da sottrarre al mercato dello spaccio che, oltre ad arricchirsi in maniera illegale, offre un prodotto certamente più tossico (la marijuana illegale viene coltivata con sostanze pesticide vietate in tutto il mondo per la loro tossicità e bagnata con ammoniaca prima della vendita al dettaglio per farne aumentare il peso).
Stupore anche per la motivazione del sequestro, stabilito dall'Asl: "carenze igienico-sanitarie". Non capita infatti spesso che pattuglie di vigili e ispettori trovino "carenze igienico-sanitarie" nemmeno in ristoranti e bar del centro storico o in luoghi che trattano cibi da servire ai migliaia di turisti ogni giorno.
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