Venezia, il Fai perde Casa Bortoli. La famiglia di Paul Allen fa bloccare il passaggio nel cortile

VENEZIA. Il Fai perde Casa Bortoli, Casa Bortoli perde l’immortalità. Niente più visite nei salotti affacciati sul Canal Grande, dove vissero, ricevettero, fatalmente invecchiarono Sergio e Carla Bortoli, imprenditori illuminati che decisero di restituire alla città la dimora che li aveva visti straordinariamente felici, lasciandola in eredità al Fondo ambiente italiano.
Dopo un contenzioso durato due anni sul diritto (o meno) da parte del Fai di usare il cortile di Palazzo Contarini Fasan, osteggiato dalla famiglia di Paul Allen proprietaria del secondo piano nobile e del giardino dell’edificio, il Tribunale ha dato ragione agli eredi del cofondatore della Microsoft, scomparso nel 2018.
La sentenza
Nei giorni scorsi, i giudici di Venezia hanno accolto le ragioni della società Serenissima – che fa capo alla famiglia di Paul Allen – dichiarando che il FAI non può destinare l’appartamento dei Bortoli a casa-museo, poiché si tratta di una destinazione non compatibile con il regolamento condominiale e con la servitù di passaggio che attraversa, per l’appunto, il cortile degli Allen.

La lettera
In una lettera ai suoi soci, il vicepresidente esecutivo del Fai, Marco Magnifico, informa i soci «con immenso rincrescimento» che casa Bortoli non sarà più visitabile, e la notizia è sicuramente dolorosa anche in considerazione dell’entusiasmo che accompagnò, nel novembre 2019, la presentazione alla città di quel gioiello nel quale si respirava ancora l’aria dei proprietari. Il salone centrale, la sala da pranzo, la camera da letto e un salone dalle cui finestre si poteva toccare con la punta delle dita la Basilica della Salute.

Gli arredi
Tutt’intorno, mobili veneziani e inglesi, dipinti veneziani settecenteschi, gli affreschi dei soffitti, le delicate decorazioni color pastello in stile rococò e le collezioni di oggetti preziosi. Argenteria, soprammobili, ma anche libri, fotografie, ricordi, come se Sergio e Carla Bortoli fossero appena usciti di casa per una passeggiata in Piazza San Marco. Carlo Bortoli, scomparso nel gennaio 2017, nel testamento aveva spiegato le ragioni del suo lascito. L’erede di tanta fortuna doveva essere la città stessa, affinché «la sua bellezza, di cui abbiamo felicemente goduto per diversi anni, possa continuare ad essere apprezzata negli anni a venire da tanti altri».
Il Tribunale
La generosità dell’imprenditore, tuttavia, non aveva fatto i conti con il via ai dei visitatori nel cortile del palazzo, di proprietà della famiglia Allen ma con una servitù di passaggio a favore degli altri inquilini. Il contenzioso era quindi finito davanti ai giudici del Tribunale. «Abbiamo tentato in ogni modo di difenderci e di operare nel più attento rispetto delle regole di buon vicinato», spiega Marco Magnifico. «Da subito, infatti, avevamo comunicato a tutti i condòmini che il bene sarebbe stato aperto solo per gli iscritti e per le visite contingentate in orari e periodi limitati, proprio per non arrecare alcun danno alla quiete dei vicini». Inutilmente. —
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