Venezia, il "Doge" Gardin finisce davanti al giudice
VENEZIA. Il "121esimo Doge della Serenissima", al secolo Albert Gardin, finisce davanti al tribunale... dello Stato Italiano. L’accusa è di aver violato il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza in qualità di promotore di una protesta davanti alla Scuola Grande di San Rocco il 6 ottobre 2015. Un evento che, secondo l’accusa, si era svolto senza aver dato avviso al Questore di Venezia con almeno tre giorni di anticipo, come prevede la norma.
Quella sera alla Scuola Grande era in programma un concerto per celebrare i duecento anni della battaglia di Waterloo che segnò la definitiva sconfitta di Napoleone e il conseguente esilio. Una iniziativa che a Gardin e al suo gruppo non era piaciuta perché letta come una celebrazione di Napoleone considerato invece despota e tiranno.
Nei giorni precedenti al concerto erano stati distribuiti volantini e avviata una campagna sui social. Quella sera in campo San Rocco, i manifestanti avevano qualche cartello e alcune bandiere con il Leone di San Marco. Era arrivata la Digos che aveva osservato da lontano lo svolgersi del sit-in che non aveva inciso sullo svolgimento dell’evento musicale.
Ma il nome di Gardin, in qualità di organizzatore, è finito in Procura. Ieri l’udienza davanti alla giudice monocratica Savina Caruso per l’opposizione al decreto penale di condanna. Tutto è stato rimandato al 21 febbraio quando la giudice scioglierà la riserva su alcune presunte irregolarità sollevate in relazione al decreto penale.
Rubina Bon
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