Venezia, il direttore lascia la Marciana: «È emergenza personale»
VENEZIA. La Biblioteca Marciana “tiene” e vede crescere anche il nuovo ruolo di polo espositivo di eventi. Ma deve fare i conti, contemporaneamente, con problemi di organico sempre più seri. Dei 18 bibliotecari che aveva, a fine anno ne rimarranno solo sette per far funzionare uno dei poli librari più importanti d’Italia. È il bilancio in chiaroscuro dello stato salute della Marciana fatto dal suo direttore Maurizio Messina che, dopo sei anni alla guida dell’istituzione, termina il suo mandato in attesa che – dopo Ferragosto – il Ministero dei Beni Culturali nomini il suo successore.
«La Marciana è sempre stata, nella sua storia, un luogo di relazioni, oltre che di studio», spiega Messina, «ma oggi lo è ancora di più. Mantiene i suoi circa 20mila lettori annui, senza cali, come per altri poli bibliotecari italiani, ma ha visto una forte crescita degli eventi – dalle mostre, alla presentazioni culturali – che sono stati 82 nel 2017 con 230mila persone che li hanno complessivamente frequentati». La Marciana “ritrova” da quest’anno anche i fondi perduti per gli acquisti librari. «Il taglio era stato del 70 per cento», ricorda il direttore, «ma quest’anno avremo a disposizione 100mila euro per gli acquisti, quanto avevamo chiesto. Ma la vera emergenza resta il personale. Il Ministero anni fa fissò la pianta organica a quanti erano allora in servizio, 64 persone, ma ora siamo scesi già a 47 e il problema più grosso è appunto quello dei bibliotecari che hanno una formazione specifica e non possono essere integrati da precari della scuola, come ha lasciato intendere il nuovo ministro dei Beni Culturali. Suppliamo in parte alle carenze con i giovani distaccati dal Servizio Civile, con gli universitari legati alle 150 ore e con i dottorandi universitari, ma i loro contratti stanno per finire e non possiamo purtroppo garantire loro nulla, pur essendo, in alcuni casi, molto validi».
Passi avanti importanti sono stati compiuti anche sul fronte dei restauri della sede della Marciana che, per la sua delicatezza, resta però una sorta di cantiere permanente, come ricorda il suo direttore. Innanzitutto con quelle delle Sale dei Ridotti dei Procuratori, costati circa un milione di euro. Poi con quello delle coperture della Zecca, costati oltre 2 milioni di euro, mentre è ancora in corso – per circa 800mila euro – l’adeguamento dell’impianto antincendio.
E sta per partire – con un investimento iniziale di circa 620mila euro – un altro restauro particolarmente importante. Quello del soffitto dell’Antisala, il cui il tema della sapienza è ulteriormente esaltato dalla tela del Tiziano intitolata appunto “La Sapienza” (1560). Essa è inserita nel meraviglioso soffitto – in pessime condizioni di conservazione – all’interno di un’ardita prospettiva “trompe-l’oeil” – opera di Cristoforo e Stefano Rosa – che riproduce una complessa loggia con colonne e balaustre a creare un’impressione di profondità architettonica. Grazie al contributo – tramite l’Art Bonus – di un istituto bancario, è stato anche possibile restaurare il “Globo Celeste” di Coronelli, meravigliosa opera del grande cartografo tardoseicentesco. A novembre – all’interno dell’Anno Bessarioneo che celebra i 550 anni di vita della biblioteca creata dal cardinale omonimo – sarà ospitata alla Marciana anche un’importante mostra di arte bizantina, con una rara icona del X secolo proveniente dal monastero tedesco di Freising.
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