Venezia, i tour degli ubriachi e l’ira dei residenti

Si allarga il fenomeno dei gruppi che il sabato percorrono urlanti Cannaregio. Protestano anche i commercianti

VENEZIA. Ubriachi, in gruppi di 15-20 persone, età media 30 anni. Con magliette, parrucche, cappellini e veli da sposa. Calano in città intorno a mezzogiorno. Percorrono la Strada Nuova dalla Ferrovia a Santi Apostoli. Si fermano in (quasi) ogni osteria. Spingono e a volte minacciano i passanti che provano a protestare. È l’ultima frontiera del degrado. Gruppi organizzati, spesso richiamati via Internet. Che percorrono le vie della città come fossero allo stadio.

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Tifoserie urlanti che con la scusa dell’«addio al celibato» arrivano anche da altre città del Veneto per venire a bere a Venezia. Fenomeno che sta crescendo in modo esponenziale. Passa parola, web, addirittura agenzie specializzate che organizzano gli “ombra tour”. Risultato, masse di ubriachi che girano per la città. A volte in gruppi minacciosi. «Roba mai vista», allarga le braccia sconsolato un commerciante, «abbiamo anche chiamato i vigili, ma non si è visto nessuno».

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L’ultimo sabato ha stabilito un record. C’è chi ha contato una trentina di gruppi percorrere urlanti la Strada Nuova. Gli ultimi se ne sono andati dopo le 20. Anche questa, pur non avendo dimensioni da migliaia di persone, è un’emergenza da affrontare e risolvere. Altrimenti è inutile fare discorsi sul decoro e sul rispetto, sulla sicurezza e l’ordine pubblico. «Stiamo verificando, abbiamo ricevuto delle segnalazioni», dice il comandate della polizia municipale Marco Agostini, «adesso organizzeremo un servizio di pattuglia. Il problema è quale reato contestare».

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Le magliette tutte uguali e il procedere compatti scandendo slogan e urlando, suggerisce qualcuno, può anche essere associato alla «manifestazione non autorizzata». Gli atteggiamenti aggressivi possono configurare il disturbo alla quiete pubblica, e in alcuni casi l’ubriachezza molesta.

«Ma bisogna fare qualcosa», protesta un’anziana che quasi veniva travolta dal branco ad alto tasso alcolico. «Gli ho detto che andassero a casa loro a ubriacarsi. Mi hanno risposto che cosa volevo, che si stavano solo divertendo». Tra gli slogan anche «Bevo e non mi interessa se vomito». Poi urla da stadio, cori, insulti ai passanti.

Intorno alle 17 di sabato, segnala un residente di Cannaregio, hanno cominciato a saltare e a spingersi. Sono finiti a terra, uno sopra l’altro.

Il percorso è sempre lo stesso. Facile da identificare anche per i vigili urbani. La tappa obbligatoria sono le osterie e i pub. E man mano che si procede verso il centro i decibel aumentano, l’aggressività anche. Un esercente di Santi Apostoli ha rifiutato di servire da bere ad alcuni che apparivano evidentemente ubriachi. È stato minacciato e qualche giorno dopo sono comparse a suo carico alcuni commenti sui siti web. «Non andate in quell’osteria, rifiuta di dar dar bere ai non veneziani». Un’altra osteria, la storica Vedova, ha affisso un cartello: «Non si servono alcolici ai gruppi di Addio al Celibato e «Addio al nubilato».

«Ma ci dovrebbe essere un’ordinanza», protesta un altro esercente. E soprattutto bisogna farla rispettare. Questa gente deve sapere che qui non può venire a fare queste cose. Anche per noi alla fine si traduce in un danno. Gli altri clienti scappano».

All’inizio erano i mendicanti, i suonatori, le damine, i venditori abusivi. Contro i bengalesi che vendono palline si sono visti inseguimenti di vigili in borghese, proprio in Strada Nuova. Adesso il degrado si allarga a macchia d’olio. E il nuovo fenomeno preoccupa residenti e anche operatori commerciali.


 

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