Venezia, i terreni delle Vignole e di Sant’Erasmo sono coperti di sale: “Perso il 30% del raccolto a causa della siccità”

In questi giorni I campi sono coperti da uno strato  che sta “bruciando” le piante messe a dimora per la produzione invernale di cavoli, cavolfiori e broccoli. Coldiretti: “Mai visto una cosa del genere sulle nostre isole”. 

Carlo Mion
Gli effetti, visibili a occhio nudo, del cuneo salino nelle isole della laguna
Gli effetti, visibili a occhio nudo, del cuneo salino nelle isole della laguna

VENEZIA. Il cuneo salino sta distruggendo le colture dei campi più bassi dell’isola delle Vignole e di Sant’Erasmo. Terreni che si trovano sotto al livello del mare. Terreni che solitamente consentono le coltivazioni a secco dei prodotti che poi finiscono sui banchi dei mercati.

In questi giorni questi campi sono coperti da uno strato di sale che sta “bruciando” le piante messe a dimora per la produzione invernale di cavoli, cavolfiori e broccoli. Uno sterminio.

«Mai visto una cosa del genere sulle nostre isole - dice Carlo Zangrando, referente Coldiretti alle Vignole -. Il sale lo puoi proprio prendere in mano. Per fortuna non tutti i campi stanno patendo questa situazione. I danni di questa siccità sono pesanti. In isola abbiamo poca acqua e quindi abbiamo poche possibilità di recuperare certi terreni che se non piove, ma ne deve venir giù parecchia, sono inutilizzabile. Senza contare che il raccolto che contavamo di avere da quei terreni non ci sarà».

La coltivazione a secco avviene sull’isola da sempre. Molti terreni, infatti, si trovano sotto il livello del mare e garantiscono così alle piante quel giusto apporto, in equilibrio con le piogge e l’umidità notturna, dei liquidi per crescere. Non piovendo il terreno assorbe solo il salso che proviene da sotto e che porta appunto il sale.

«Quest’anno è andato perso il trenta per cento dei raccolti. E se continua così sarà ancora peggio - continua Zangrando - L’unica consolazione è che quest’anno prodotti come meloni, angurie e zucche sono molto più saporiti. Infatti il grado zuccherino degli stessi è molto più alto».

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