Venezia, i lavori a San Marco vanno a rilento causa acqua alta: marea a 70 centimetri
a lavorare. Ritardi assicurati vista la stagione delle acque alte
VENEZIA. Lavori già fermi per il progetto di difesa della Basilica dalle acque alte. Anche ieri mattina l’acqua alta a 70 centimetri è arrivata proprio ai margini della Basilica. Sufficiente per allagare gli scavi già fatti dalle ditte Renzo Rossi e Kostruttiva per i carotaggi necessari. Con l’acqua in cantiere i lavori naturalmente si bloccano.
Era prevedibile, dal momento che il progetto per la costruzione della barriera provvisoria in vetro è rimasto fermo quasi due anni. Adesso finalmente sbloccato alla vigilia dell’autunno. «Difficile lavorare in questo cantiere nei mesi delle acque alte», scuote la testa un ingegnere, «i tempi si allungano per forza».
Quattro i mesi previsti per la conclusione dei lavori. Ma saranno molti di più, anche perché nessuno sa cosa si troverà nel sottosuolo. Un’area densa di testimonianze archeologiche delle origini, forse antecedenti anche alla costruzione della Basilica. I tempi rischiano di allungarsi. E anche per questo inverno la Basilica non sarà al riparo dagli allagamenti. Funziona solo la piccola pompa messa della Procuratoria dentro il nartece, il punto più basso della Basilica che va sotto a 68 centimetri. Ma le pompe tengono soltanto fino a quota 88. L’anno scorso furono decine gli eventi di marea tra ottobre e novembre, la stagione peggiore per le acque alte. San Marco allagata anche due volte in un giorno.
Dunque il tardivo via libera al progetto non metterà al riparo la Basilica e i suoi pavimenti preziosi nemmeno per questo inverno. Il progetto di difesa, firmato da Mario Piana e Daniele Rinaldo, prevede di inserire nel terreno barriere di vetro alte 130 centimetri, a una profondità di 70. Dovrebbero garantire la difesa per acque alte fino a due metri.
In ritardo anche il Mose, che slitta di due anni. Si faranno i test di prova anche questo autunno. Ma ancora non si hanno risposte sulla resistenza del sistema in caso di mare agitato, come fu il 12 novembre del 2019. Allora la polemica sul mancato sollevamento. Ma si era scoperto che i bulloni non erano nemmeno fissati.
Proprio da quell’evento di acqua alta eccezionale il governo aveva deciso di imporre un’accelerazione. Nominando anche una commissaria Sblocca cantieri, Elisabetta Spitz, e un commissario liquidatore del Consorzio Venezia – per scioglierlo in vista della nuova Autorità della laguna – Massimo Miani. Non è cambiato nulla. Anzi, i cantieri del Mose sono bloccati da mesi. Il progetto per la difesa di piazza San Marco è approvato ma non ancora avviato. Le barriere in vetro sono pronte a partire. Ma devono fare i conti con le acque alte.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia