Venezia e il boom dell’hotellerie di lusso: il futuro del turismo nella Serenissima

La trasformazione dell’ospitalità veneziana punta sempre più in alto: entro il 2026 gli hotel 5 stelle passeranno da 34 a 44. Una crescita guidata da investitori internazionali e ristrutturazioni ambiziose

Isabel Barbiero
Hotel Bauer in restauro
Hotel Bauer in restauro

 

Venezia punta sull’hotelleria di lusso. Gli albergatori del centro storico stanno alzando il tiro, puntando su strutture di fascia alta e super alta. Da quella che era un’ospitalità «a misura di tutti» si sta andando verso un livello sempre più raffinato, un boom che sta innescando una reazione a catena senza precedenti.

Gli hotel a Venezia 

Nel cuore della città, infatti, il numero di hotel di lusso è cresciuto in modo impressionante: si contano oggi 168 hotel a 4 e 5 stelle, di cui ben 34 sono classificati come 5 stelle o 5 stelle lusso.

Ma la corsa a fasto non si arresta: entro il 2026, il numero di hotel a 5 stelle salirà a 44 (partendo da 9 strutture nel 2006).

A contribuire a questa crescita sono anche le importanti ristrutturazioni in corso, mirate a innalzare ulteriormente la qualità dell’offerta: esempi emblematici sono l’Hotel Bonvecchiati e il Gabrielli, che passeranno dalle storiche 4 stelle alle 5 stelle, con il completamento previsto tra il 2025 e il 2026.

Per l’Ava e Confesercenti si tratta di una «rivoluzione radicale»: negozi, ristoranti, boutique di lusso e botteghe artigianali ne beneficiano direttamente, grazie a una clientela più attenta alla qualità e disposta a spendere di più.

La clientela 

Tra i frequentatori delle categorie più alte degli hotel, spiccano statunitensi, inglesi e francesi, attratti dall’offerta culturale della città, come spiega Daniele Minotto, vicedirettore Ava: «A differenza del turista asiatico, presente in percentuali più basse, questi ospiti dimostrano un interesse particolare per l’unicità culturale veneziana».

Nel frattempo, altre strutture hanno compiuto un significativo salto di qualità passando dalle 3 alle 4 stelle, ed è il caso della Locanda San Barnaba a Dorsoduro, ora trasformata nel raffinato Palazzetto MyVenice.

Nel dettaglio, la situazione dell’hotellerie a Venezia è questa: ci sono 32.655 posti letto, di cui il 62, 7% sono 4-5 stelle, con i suoi 168 alberghi. Tradotto: due posti letto su tre sono distribuiti in strutture di alta categoria.

Passando alle strutture 3 stelle, nonostante siano più numerose (in tutto 195), queste si aggiudicano il 29,8% dei posti letto totali. La categoria 1 e 2 stelle invece è composta da 94 strutture, il 20% del totale.

E c’è di più: l’offerta a Venezia è cresciuta in qualità a scapito della quantità, optando per camere più ampie e servizi migliori, passando da una media di 78 posti letto a struttura (consolidata da anni) agli attuali 71.

«È fondamentale disporre di strutture di alto livello», afferma Salvatore Pisani, presidente della sezione Turismo di Confindustria Venezia Rovigo, citando l’importanza di iniziative come il restauro del palazzo storico Donà Giovanelli in Strada Nuova, che diventerà un hotel Orient Express, e l’apertura di Airelles Venezia alla Giudecca, nuovo hotel 5 stelle che aprirà nel 2025.

Ma se da un lato cresce la qualità dell’offerta turistica, dall’altro emerge un fenomeno che sta cambiando il volto della città: la crescente presenza delle proprietà straniere a Venezia.

Cambia il volto della città

Le acquisizioni da parte di fondi internazionali stanno aumentando a ritmi vertiginosi, come dimostrano gli esempi del Bonvecchiati e del Gabrielli, acquisiti da investitori tedeschi, e dell’Hotel Nolinski, di proprietà francese.

Come osserva Minotto, dell’Ava «si tratta di una questione di capacità economica, rivelando un gap tra la forza finanziaria dei grandi gruppi internazionali e le possibilità degli operatori locali, creando nuove dinamiche nel mercato dell’ospitalità veneziana».

Il Comune, da parte sua, ha intrapreso provvedimenti di carattere commerciale mirati a valorizzare l’eccellenza della città. E tra queste misure figurano l’eliminazione di articoli di bassa qualità nei negozi, nonché la conferma di eventi prestigiosi come il Salone Nautico e il Salone dell’Alto Artigianato, pensati per attrarre un pubblico di alta classe.

Oltre al ticket d’accesso confermato anche per il 2025, con l’intento di ridurre l’impatto del turismo pendolare. A sottolineare la rilevanza di un turismo consapevole e disposto a spendere di più è Angelo Zamprotta di Confesercenti, mentre l’associazione dei proprietari di affitti turistici Bre. Ve mette in guardia: «Venezia ha bisogno di un turismo trasversale, che contribuisca ad una crescita economica più inclusiva».

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