Venezia, Guide contro i “free tours”: «Concorrenza illegale»
VENEZIA. Venezia è di tutti e la si può visitare sempre, ma per qualcuno anche una passeggiata è diventata l'occasione per fare soldi. Ieri mattina oltre un centinaio di guide turistiche abilitate ha protestato contro i free tours che, con la scusa di chiedere solo una mancia in cambio di una guida, mettono in circolo oltre un milione di euro in nero. Si stima che attualmente ci sia una guida autorizzata ogni cinque abusive e sei piattaforme che offrono free tours.
La manifestazione è iniziata alle 11 in Campo Santi Apostoli per poi proseguire a Ca' Farsetti a suon di cori («Abusivi ed evasori, buttiamoli fuori», «Guida autorizzata, qualità assicurata») e fischietti. Qui, una delegazione (Chiara Ponchia, Guido Lion, Andrea Gersic e Cinzia Trevisan) ha incontrato gli assessori Massimiliano De Martin e la vicesindaco Lucia Colle. L'incontro è terminato con la disponibilità dell'amministrazione di intervenire contro gli abusivi, ma devono prima verificare le normative vigenti per capire, per esempio, se sia possibile fare entrare a Palazzo Ducale solo le guide abilitate.
Non sono solo i free tours il problema delle 235 guide turistiche veneziane (associazione guide turistiche veneziane e coordinamento guide di Venezia), ma proprio alcune norme vigenti che verranno contestate nella manifestazione del 14 marzo a Roma. «Abbiamo studiato anni per l'abilitazione» spiega la guida Martina Luccarda «Questa città è degna di avere persone qualificate, mentre chi la usa come oggetto la sta mercificando». I problemi delle guide abilitate sono molti, a partire da una legge del 2013 che permette, dopo il superamento di un esame, di svolgere la professione in tutto il territorio nazionale, creando di fatto una concorrenza che prima, quando l'esame era solo sulla città dove si voleva esercitare il lavoro, non c'era.
Poi ci sono le guide straniere che, in teoria, quando vengono in Italia, dovrebbero richiedere il permesso al Mibac, prassi che non viene quasi mai controllata. Infine, la direttiva della Bolkenstein sui servizi turistici permette di raggirare le regole.
«A Roma» spiegano Guido Lion, vice presidente dell'associazione guide turistiche nazionale, Chiara Ponchia, vice presidente dell'associazione guide turistiche veneziane e Cinzia Trevisan del coordinamento guide turistiche di Venezia «per chiedere che ci sia l'obbligo del riconoscimento del titolo».
Le guide abilitate contestano ai free tours di favorire il nero: «Noi offriamo tour per un massimo di 30 persone sui 120 euro lordi per due ore» spiegano Ponchia e Lion con Andrea Gersic dell'associazione Tolomazi che racchiude una quindicina di agenzie di incoming «ma sulla Partita Iva paghiamo le tasse. I free tours, oltre a non esibire codice fiscale, si fanno pagare con le mance. Se calcoliamo che ci sono anche 30 gruppi al giorno abusivi con una media di 20 persone e che la mancia minima è di 5 euro, si arriva a oltre un milione di euro, cifra al ribasso, esentasse. È giusto?». Poi ci sono gli strafalcioni degli abusivi, come la Basilica che diventa di “San Marco Polo” o il Fontego dei Tedeschi, «sede della Gestapo», per non parlare dell'acqua dei pozzi «proveniente dall'oceano» o il povero San Todaro che diventa «San Giorgio e il drago».
Infine, le aggressioni verbali e gli spintoni che le guide turistiche subiscono dai veneziani stessi quando si trovano turisti che intralciano il passaggio: «Noi diciamo sempre di camminare a destra» concludono Ponchia e Lion «Ma se non c'è nessuna forma di controllo, è difficile capire chi sono le guide vere e quelle improvvisate. Nel 2011 abbiamo collaborato con le forze dell'ordine che hanno dato 36 sanzioni da 1300 euro, per questo vorremmo che si riaprisse un tavolo con loro, altrimenti qui è tutto sempre più selvaggio».
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