Venezia, grande paura in vaporetto: «Salvati dal comandante»
VENEZIA. «Volevo ringraziare, a nome di tutte le persone a bordo, il comandante che ha guidato il vaporetto delle 22.25 partito da Venezia per Burano». Un post su Facebook, nella pagina dello “Sciopero dell’abbonamento”, racconta la grande paura che una cinquantina di passeggeri hanno provato sabato notte in un vaporetto in bàlia del maltempo a Venezia. Il racconto di Elisa Gobbato ha fatto emergere un episodio che in una città straordinaria come Venezia rischiava di essere archiviato come normale amministrazione.
La donna ha raccontato il panico di una cinquantina di passeggeri del vaporetto diretto a Burano e che sabato sera si è trovato in mezzo al nubifragio. La donna ha voluto così ringraziare il pilota del mezzo e il marinaio (una donna), che lavorava con lui. «Il maltempo ha sollevato il vaporetto e lo ha fatto immergere con la punta sott'acqua oltre che sbilanciarlo a destra e sinistra, più volte, fino quasi a toccare l'acqua con i finestrini. Sono stati momenti in cui si pensava seriamente che il vaporetto potesse rovesciarsi su uno dei fianchi», scrive la Gobbato che loda la «prontezza e il sangue freddo» del pilota. «Ci hanno riportati a casa», dice.
Il comandante è un pilota esperto: Nicola Zennaro, 45 anni, che da più di 16 anni lavora in Actv. Nativo di Chioggia, da 18 anni vive a Stra. Anche lui conferma la grande paura, ormai passata. Tra vento e onde alte. «Siamo partiti dalle Fondamenta Nove che i fulmini illuminavano a giorno il cielo. Da Murano Faro il vento rinforzava sempre di più e in laguna nord non ci sono barriere che proteggano. Lungo il canale del Bisato ci sono le secche, che sono un’insidia, e con quelle onde e con la forza del vento facevano risacca e dovevamo stare entro 20-30 metri per non avere problemi», ci racconta Zennaro.
«Fino a San Giacomo in Paludo avevamo il vento di prua e poi è passato di traverso. E lì è stata dura: toccavamo con i finestrini l'acqua e questa entrava dentro il vaporetto. I passeggeri erano tutti nel panico. In questo tratto di laguna non ci sono punti luce e il radar con simili perturbazioni e scarsa visibilità aiuta ben poco. Si vede tutto verde e si naviga a vista». Zennaro, durante il racconto, approfitta per selegnalare «che servirebbe un potenziamento della illuminazione in quella zona che manca».
Poi riprende il racconto: «Verso Mazzorbo, siamo entrati con cautela nel canaletto. Fortunatamente, il vento è diminuito e siamo arrivati all’imbarcadero. Lì ci siamo fermati un paio di minuti a prendere fiato. I passeggeri hanno avuto paura e anche io come loro, ma penso abbiano capito di essere in buone mani». Zennaro non è nuovo a simili esperienze: era al lavoro durante la tromba d’aria di Sant’Elena e in quella di Punta Sabbioni di 12 anni fa, guidava una motonave Actv.
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