Venezia, granai trecenteschi svelano il loro aspetto
VENEZIA. Era forse il più grande edificio di Venezia all’inizio del Trecento con i suoi tre piani di altezza, occupando l’intera insula che ora ospita i Giardini Reali di San Marco. E proprio dall’intervento di recupero in corso dell’area verde - che dovrebbe concludersi nella prossima primavera, a cura della Venice Gardens Foundation, con la sponsorizzazioni delle Assicurazioni Generali - sono riemerse nell’area che ospiterà la nuova serra dei Giardini e la caffetteria, le fondazioni dei Granai della Serenissima.
Con alcune sorprese, come spiega anche l’archeologo Alberto Zandinella che, sotto la supervisione della Soprintendenza, sta eseguendo lo scavo e i rilievi nella zona, prima che venga ricoperta. «Si sapeva naturalmente della presenza dei resti dei Granai, che si allargano all’intera insula - spiega Zandinella - ma non si conosceva la tipologia di questi edifici e anche i materiali utilizzati, con mattoni molto più grandi usati per la prima volta, simili a quelli utilizzati per la Basilica dei Frari.
Si trattava di un edificio enorme, alto tre piani, costruito tra il 1341 e il 1343 che non era solo un deposito di granaglie, ma ospitava anche uffici e magistrature veneziane. Un edificio restato in piedi sino al 1808, quando fu abbattuto in epoca napoleonica per fare spazio apppunto ai Giardini». I resti dei Granai sarabbo visibili ancora per qualche settimana, prima della conclusione dei rilievi e di ulteriori scavi a maggiore profondità. Poi saranno protetti e appunto ricoperti, per fare spazio ai nuovi edifici.
I lavori di restauro e rifacimento dei Giardini procedono nei tempi previsti si prevede di riaprirli tra il maggio e il giugno del prossimo anno, interamente risistemati, con le nuove essenze arboree, la nuova serra e le altre strutture collegate. Il costo complessivo dell’intervento sarà di circa 5 milioni di euro, di cui 2,5 milioni assicurati dalle Generali e il resto garantito dalla Venice Gardens Foundation e da altri sponsor.
Sarà riaperto come previsto, il collegamento diretto con le Procuratie e con Piazza San Marco attraverso il ponte levatoio della Zecca, sul canale, il cui funzionamento è stato già ripristinato. Nell’intervento di recupero dei Giardini, massimo rispetto dell’esistente, con la valorizzazione degli angoli segreti, del grande corridoio centrale coperto di glicini, delle serre (con uso di tecnologie innovative). Tra i passaggi fondamentali, la restituzione del Padiglione Santi, dove troveranno posto la caffetteria e la zona servizi. Venice Gardens Foundation avrà in concessione dal Comune gli spazi. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia