Otto furti in due mesi, la “banda del cioccolato” colpisce i bar scolastici
La denuncia del titolare della ditta che gestisce il servizio bar in molti istituti superiori della provincia di Venezia: «Non siamo tutelati e non sono previsti indennizzi»

Gli ultimi furti sono stati la classica goccia che fa traboccare il vaso della pazienza.
Sabato sera l’azione nel bar del liceo Morin alla Gazzara. Venerdì sera era toccato al bar all’interno del liceo Stefanini alla Bissuola. E giovedì era stato preso di mira il bar dell’istituto tecnico Luzzati. Complice la chiusura della scuola superiori cittadine per le festività pasquali, i ladri si sono dati alla pazza gioia colpendo i vari bar degli istituti superiori.
«In due mesi abbiamo già subito otto furti. Non hanno portato via soldi che non teniamo ovviamente più nelle casse ma hanno provocato danni. E messo in allarme le nostre dipendenti, tutte donne, che temono anche a lasciare qualcosa di personale negli spogliatoi che le renderebbe rintracciabili. Non ne possiamo più», denuncia Stefano Minto della Minto srl, azienda che si occupa di fornire il servizio bar in molti istituti superiori della Città metropolitana di Venezia e che gestisce anche alcuni dei bar di Ca’ Foscari, come quello del campus di via Torino.
Minto ha ribattezza i ladri la “banda dei Lions”, ovvero le barrette di cioccolato e mou. «Li abbiamo battezzati così perché non trovando soldi, fanno danni e si concedono spuntini a base di cioccolato. Non credo affatto si tratti di ragazzini bensì penso siano dei disperati a caccia di soldi e di qualcosa da rubare che approfittano delle scuole superiori la sera, quando sono chiuse».
Minto è decisamente seccato e ne ha per tutti, specie per i livelli di sicurezza della Città Metropolitana che ha la gestione degli istituti scolastici superiori della provincia di Venezia. «Al Morin hanno spaccato i vetri per entrare; al Gritti hanno divelto una vetrata ora chiusa con il legno e mi dicono che la sistemeranno a fine giugno. Anche Scattolin, che gestisce i distributori automatici, si è ritrovato con le macchine divelte. È bene che la Città Metropolitana cominci sul serio a tutelarci perché questi danni si ripercuotono sulle nostre attività ma anche causano danni a strutture pubbliche con un esborso di fondi pubblici che paghiamo tutti noi cittadini».
Lo sfogo è relativo al fatto che non sono previsti indennizzi, dice Minto, da parte dell’ente metropolitano per i danni subiti per queste incursioni. Eppure l’attività versa regolari affitti agli istituti scolastici. E l’imprenditore solleva anche dubbi sulla capacità di controllo delle telecamere presenti. Una possibilità, ammette, resta quella di presentare domanda per ottenere un rimborso dal Comune di Venezia che ha previsto indennizzi per i bonus spaccate per commercianti ed esercenti.
«Ma serve cambiare strategia», dice.
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