Venezia, flash mob di protesta: panni stesi contro lo spopolamento
Il Gruppo 25Aprile critico verso il Patriarcato. «L’Hotel Tintoretto già utilizza la canonica»
Panni stesi al vento in Campo Santa Fosca. È l’ultima provocazione del Gruppo 25Aprile che, per il flash mob sulla residenzialità realizzato con Assemblea Sociale per la Casa (Asc) e Italia Nostra, non ha scelto un campo a caso, ma quello di Paolo Sarpi. Il posto non è solo quello dove l’illuminato frate veneziano fu accoltellato nel 1607 perché si oppose alla Curia per difendere la Serenissima, ma anche quello dove sorge l’Hotel Tintoretto a cui il Patriarcato ha affidato, in cambio di un restauro, la propria canonica della vicina chiesa di Santa Fosca. La canonica diventerà parte dell’Hotel Tintoretto se il Comune concederà il cambio di destinazione d’uso per 18 anni (contratto di 9 anni più 9).
La scelta non è andata giù a molti residenti che hanno steso calzettini, magliettine e pantaloncini in taglia baby per far riflettere sul futuro della città che si sta spopolando. In mezzo al campo è stata anche costruita una casetta di cartone che i bambini hanno colorato. Il Gruppo 25Aprile ha contestato la scelta di aumentare i posti per i turisti nell’Istituto Ciliota di Campo Santo Stefano, usato come studentato durante l’anno e affittato ai turisti d’estate. L’ultima osservazione è stata su degli appartamenti: «La società immobiliare del marito della consigliera Locatelli» ha detto Gasparinetti «voleva acquistare degli appartamenti da don Dino Pistolato e ha chiesto il cambio d’uso».
«Siamo cresciuti nei valori cristiani» ha aggiunto «e vorremmo sapere se anche la Chiesa sta andando nella direzione di chi vuole fare di questa città un albergo diffuso. Chiediamo più trasparenza sugli immobili. Da quanto ci risulta la canonica sembra sia già utilizzata dall’Hotel Tintoretto».
La risposta della chiesa non ha tardato ad arrivare. «Non siamo imprenditori del mattone» ha detto don Pistolato «mi sono arrivate delle richieste di acquisto più volte per gli appartamenti della Fondazione Groggia di cui sono il presidente come Dino Pistolato e non come diocesi, ma ho sempre detto no. Vorrei tranquillizzare i cittadini dicendo che gli appartamenti che abbiamo continueranno a essere per le persone. Per quanto riguarda la canonica, quest’ultima non ha il cambio d’uso, è in affitto all’hotel che si è accollato la spesa di restaurarlo». Infine: «Abbiamo firmato due accordi con Prefettura e Comune, entrambi di 50 mila euro per aiutare i morosi incolpevoli. Facciamo di tutto per le emergenze sociali».
(v.m.)
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